Chieti. Nei giorni scorsi a Chieti è stato presentato il progetto “No Tax Area”, volto a favorire l’apertura di nuove attività commerciali nel centro storico del capoluogo teatino abbattendo una parte significativa delle tasse comunali per i primi tre anni.
Al progetto, promosso dal Comune, hanno collaborato le varie associazioni di categoria, ad eccetto della Confcommercio. Assenza questa, che non è passata inosservata al sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, il quale ha chiesto all’associazione “di abbandonare lo sterile protagonismo su cui si sta arroccando e offrire un servizio a favore dei propri associati”.
Secca la replica del presidente provinciale, Angelo Allegrino: “Ci sentiamo offesi. Il progetto No Tax Area, così com’è, è solo sterile propaganda. E’ il sindaco che non pensa a Chieti dato che, sotto la sua amministrazione, la città sta smobilizzando del tutto e sta perdendo, in rapida successione, il 123° Reggimento Fanteria, l’ospedale militare senza dimenticare che non esiste un rapporto virtuoso con l’Università D’Annunzio distante anni luce dalla vita quotidiana cittadina”.
Ma quali sono i motivi della mancata adesione? “Avevamo chiesto al sindaco di rivedere questo progetto che, allo stato attuale, non serve a niente” spiega ancora Allegrino. “Si offrono sgravi di poche centinaia di euro quando gli imprenditori, specie i giovani, hanno difficoltà immani di accesso al credito. Per questo avevamo suggerito di fare ciò che si sta facendo a Lanciano e Vasto dove il Comune, le banche e la Camera di Commercio hanno messo una quota, per una somma complessiva di oltre 200 mila euro, proprio per incentivare, ma in concreto, l’apertura di nuove attività commerciali facendosi da garante con gli istituti di credito. Ecco cosa si doveva fare”.
Infine un monito al primo cittadino. “Il suo atteggiamento non paga. In città ci siamo fatti promotori di tante iniziative ma nessuno a palazzo d’Achille ha apprezzato i nostri sforzi profusi per un interesse collettivo. Chieti rischia di morire e non serve gettare solo fumo negli occhi alla gente”.
Immediata la controreplica di Di Primio: “Il presidente Allegrino ha perso un’ulteriore occasione per evitare l’ennesima brutta figura a se stesso e alla sua associazione, che paga le colpe del suo massimo rappresentante. Se arriva ad addossare al sottoscritto la responsabilità della chiusura del 123° Reggimento Chieti, che risale al 2008, e ancor più la chiusura dell’ospedale militare, allora dimostra perfettamente di non conoscere gli argomenti di cui parla. Quanto al supporto che egli lamenta di non aver ricevuto dalla mia amministrazione, vorrei ricordare che, nel corso dei miei due anni di governo, Allegrino ha fatto solo proclami, senza mai entrare per davvero nei problemi e senza mai proporre soluzioni reali. Di conto, non mi pare che da parte sua siano state accolte le sollecitazioni e gli inviti dell’amministrazione volti ad un maggior coinvolgimento nelle scelte da intraprendere nel rilancio delle attività commerciali. Se Allegrino crede che il rapporto fra l’associazione che presiede e il Comune debba basarsi in modo esclusivo sulla adesione incondizionata alle sue proposte, credo allora che il Comune possa fare a meno di interloquire con il ‘presidente’. Spero, infatti, che a differenza di costui, gli associati Confcommercio, per i quali ho profonda stima, vogliano abbandonare le strumentali posizioni assunte dal proprio presidente e continuare a dialogare con l’amministrazione, per ricercare insieme le soluzioni più idonee alla città e dare risposte al grave momento di crisi che stiamo vivendo. Se l’aspirazione del presidente provinciale di Confcommercio è quella di essere eletto in qualche Ente, allora si candidi alle elezioni, altrimenti cerchi di svolgere il ruolo di rappresentante di una così importante associazione proponendo soluzioni per la categoria piuttosto che fare il commentatore politico”.