Pescara. C’è il bando, ma non il sito dove andare a sversare il materiale asportato dal fondale del porto. E così il dragaggio rischia di finire nuovamente nella stessa empasse che lo ha costretto a due anni di attesa, insieme ad una larga parte di economia cittadina.
La denuncia, all’indomani degli annunci ministeriali circa la definizione del nuovo bando per la gara d’appalto del dragaggio, è del capogruppo regionale Idv Carlo Costantini. Stando a quanto questi riferisce, il bando messo a punto dal ministero delle Infrastrutture non prevedere la sede dove andare a depositare il materiale scavato dai fondali del canale e delle darsene commerciali: “E’ geniale”, commenta Costantini, “bandire il dragaggio senza sapere dove portare il materiale.
Così, dopo l’esaurimento e l’esclusione della vasca di colmata, dopo le varie discariche a terra sequestrate, dopo la rinuncia ad un trattamento dei fanghi per ragioni economiche, dopo l’individuazione dei siti a mare immediatamente vanificata dall’intervento della Procura, si è forse pensato di avviare il dragaggio senza nemmeno cercare la sede di sversamento. “In pratica”, sostiene il consigliere Dipietrista, “si acquistano i servizi per dragare, senza sapere dove portare il materiale dragato, e ancora una volta si ricorre ad una gara spot che farà la fortuna di qualcuno, fingendo di non sapere che una attività di dragaggio stanziale, con una draga di proprietà pubblica, costerebbe decine di volte di meno e servirebbe molto di più”.