Pescara, M5S sulla nuova Area di Risulta: “Troppe lacune e poche pretese”

Pescara. “Un progetto con troppe lacune e poche pretese”, così il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle giudica il progetto di riqualificazione proposto dall’amministrazione Alessandrini sull’area di risulta di Pescara, “che per spendere i 12 milioni di euro del Masterplan regionale, finisce per spenderne 40 in più, rinunciando alla metà del verde previsto dal PRG e contraddicendo quello che essa stessa ha deciso di prevedere sulla mobilità”.

Diverse sono state, infatti, le criticità elencate dal M5s nell’osservazione al comitato V.I.A. della Regione, presentata lo scorso 29 Agosto. I temi osservati riguardano l’ambito procedurale, quello legato alla carenza di documentazione (verifiche preventive dell’interesse archeologico, diagnosi energetiche dell’opera, opere compensative o di mitigazione dell’impatto ambientale e sociale), la gestione ambientale relativa allo stoccaggio temporaneo delle terre da scavo, la movimentazione del terreno con la relativa caratterizzazione degli inquinanti, l’avanzamento del fronte mobile dello scavo, insieme a tutti gli aspetti legati al traffico ed al trasporto pubblico.

 

Ampia l’analisi fatta dai grillini sul documento strategico, votato dal Consiglio comunale lo scorso febbraio, per volontà dell’assessore Civitarese, divenuto indirizzo per il redigendo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile: “In quel documento, e quindi sul Piano” spiega la capogruppo pentastellata Enrica Sabatini, “il traffico di scorrimento, specie nelle direzioni nord-sud, viene allontanato dal centro cittadino e posto a monte del rilevato ferroviario, mentre in questo scellerato progetto si prevede che tutte quelle auto vadano ad incrociare il traffico lento del centro su via Silvio Pellico. Una follia in termini ambientali e strategici, un errore imperdonabile per chi governa la città e condanna per sempre il centro città a soffocare tra le auto, investendo ancora milioni di euro per inutili strade invece che per dotare tutta la città di una vera ciclopolitana, a cui sono destinati solo gli spiccioli del piano per le periferie”.

La Sabatini insieme alla consigliera Erika Alessandrini criticano “l’assoluta mancanza di scenari alternativi a quello proposto, con cui dimostrare davvero che questo sia, anche solo dal punto di vista ambientale, il progetto che produrrà gli effetti migliori, visto che si passa da circa 103.000 mq di verde, previsto dal PRG, ai 47mila metri quadrati ipotizzati nel progetto”. “La valutazione ambientale allegata alla proposta”, continua Erika Alessandrini, “si riduce a dire che piantare qualche albero lì dove oggi c’è un’enorme gettata di cemento, certamente creerà un miglioramento ambientale. Ma questo è banalmente vero anche se di alberi ne piantassimo 1 solo. La riqualificazione dell’area di risulta deve rappresentare la condizione migliore per lo sviluppo dell’intera nostra città e per migliorare la qualità della vita di chi abita e circola per il centro. Ridurre le aree verdi previste a meno della metà, certo non rappresenta uno scenario allettante, specie se lo si fa per introdurre palazzine residenziali e inutili frammenti di commerciale, in un contesto in cui i negozi già presenti continuano ad essere messi a dura prova da una crisi economica che non accenna a finire”.

 

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