Chieti. Negli ultimi giorni si sta discutendo molto del taglio delle Province e, in ambito locale, dell’accorpamento delle Province di Pescara e Chieti. A questo proposito si è espresso il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale, Camillo D’Amico.
“La previsione di accorpare e fondere le Province, contenuta nel decreto legge della spendig review, è una cosa sensata, utile e necessaria” ha spiegato D’Amico “purchè non risulti essere l’ennesimo episodio della scandalosa campagna mediatica consumata a danno di questi enti e dei comuni dove si è fatto credere ai cittadini che qui si concentrano i costi ed i privilegi della casta. E’ un’operazione utile se il tutto si innesta in una forte riduzione di Enti e Consorzi inutili che spesso svolgono funzioni doppie rispetto a Comuni e Province, gli amministratori sono nominati, non eletti e costano parecchio; in una nuova legge elettorale che riconsegni il potere decisionale in mano al cittadino elettore; in una forte riduzione del numero dei parlamentari; in una contrazione concreta dei costi e privilegi della casta laddove tutti sanno ci sia. Le nuove Province dovranno essere Enti con amministratori eletti dai cittadini. Nel merito delle fusioni ed accorpamenti delle Province abruzzesi non bisogna cadere in una discussione strumentale e campanilistica rifuggendo nella facile comunicazione propagandistica ma avviare una seria, pacata e sensata discussione su come questo possa e debba avvenire senza punire ma rafforzando il ruolo dell’ente nel territorio. La discussione deve essere plurale e partecipata senza fughe in avanti, coinvolgendo tutti i gruppi consiliari e le forze politiche e sociali rappresentate e portatori di consenso popolare. Purtroppo, per Di Giuseppantonio e Testa, la coerenza non è una virtù consolidata, nel senso che, ai troppi facili annunci, spesso non è seguita un’azione concreta. Molti ricorderanno ancora l’annuncio reso il 5 agosto scorso, quando proposero l’avvio della fusione delle Province di Chieti e Pescara proprio per essere antesignani di quanto adesso il governo Monti costringerà a fare; ebbene, nonostante la disponibilità dichiarata dal Pd e dal centrosinistra ad essere parte attiva a non fare barricate in un disegno di questo genere cominciando dalla fusione degli enti partecipati OPS, ALESA e ProvinciAmbiente, non se n’e mai fatto nulla. Ora è il caso di abbassare i toni, essere metodici e rendere la discussione più sensata e meno accademica perché la vicenda riguarda tutti e non solo i presidenti comunque eletti dai cittadini”.