Direttiva Bolkestein: il Consiglio Provinciale di Chieti approva il documento a favore delle imprese balneari

enrico_di_giuseppantonioChieti. Il Consiglio Provinciale di Chieti ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal presidente Enrico Di Giuseppantonio, nella sua qualità di presidente dell’Unione Province Abruzzesi, avente ad oggetto il documento per la salvaguardia delle imprese turistico balneari della Regione Abruzzo.

Ed ha dato mandato allo stesso presidente Di Giuseppantonio di assumere tutte le iniziative necessarie, sia in sede di Conferenza Stato – Regioni che in forma autonoma nei confronti del Governo e dell’Unione Europea, per promuovere la revisione della Direttiva Servizi, nota anche come Direttiva Bolkestein, che ha introdotto il principio di selezione ad evidenza pubblica per il rilascio delle concessioni. Il Consiglio Provinciale ha ritenuto il documento pienamente condivisibile in quanto motivato, fra l’altro, dalla necessità di tutelare gli interessi delle piccole imprese turistiche del comparto balneare che operano in Provincia di Chieti, incluse le concessioni demaniali relative ai Trabocchi interessati dai provvedimenti normativi.
“In Abruzzo operano 600 imprese balneari che negli anni hanno investito nelle aree demaniali per migliorare strutture e servizi, motivate da una prospettiva di gestione a lungo termine, raggiungendo una produttività complessiva pari all’8% del PIL regionale – dice il presidente Di Giuseppantonio – purtroppo la Direttiva Bolkestein, che ha escluso il rinnovo automatico della concessione prevedendo la procedura ad evidenza pubblica, non tiene conto della peculiarità delle nostre imprese balneari ed oggi la situazione di incertezza che si è creata – sottolinea il Presidente Di Giuseppantonio – rischia di compromettere la sopravvivenza dei piccoli imprenditori, con circa 4000 addetti, su cui si regge l’economia turistica balneare, senza considerare gli effetti altrettanto negativi sull’indotto. Mi rivolgerò al Governo affinchè dalla Direttiva Bolkestein siano escluse le concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo in virtù della specificità del settore caratterizzato
da imprese in cui investimenti e servizi soddisfano interessi pubblici generali quali l’incolumità pubblica, la tutela e il monitoraggio dell’ambiente costiero, la cura dell’igiene e della sanità pubblica”.

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