Chieti. Siamo in primavera inoltrata e in moltissime vie della città si osservano grandi alberi ridotti a candelabri. In viale Amendola, in via dei Platani e in via Salomone, ad esempio.
Platani e Sophore compaiono completamente spogli o con ciuffi di foglie a coprire, a mo’ di “colbacco” i monconi dei grossi rami rimasti. Anche la Villa comunale non è risparmiata dallo scempio. Lo scorso anno alcuni tigli del viale erano stati capitozzati e oggi si presentano con un aspetto informe e innaturale: tanti rami sottili con foglie enormi e privi dei boccioli che si sarebbero dovuti aprire a giugno. Sempre nella Villa comunale non mancano altre incongruenze: i Lecci, pur appartenendo alla famiglia delle Querce, sono alberi sempreverdi, tipici della flora mediterranea. Oggi i due antistanti l’ingresso del Museo Nazionale di Villa Frigerj sono quasi completamente spogli e solo qualche fogliolina, attraverso la fotosintesi clorofilliana, dovrebbe sostenere la loro vita!
Tanti alberi abbattuti. Uno degli ultimi, speriamo, in via Madonna degli Angeli: un’acacia ormai in fiore. Al dirigente dei lavori abbiamo chiesto come mai l’albero era stato eliminato. Ci ha risposto chiarendo che costituiva un pericolo perché malato a causa di interventi di capitozzatura avvenuti in passato… Perché allora, se questa pratica risulta dannosa, si continua a eliminare la chioma?
Secondo la Società internazionale di arboricoltura: “La capitozzatura è la più dannosa tecnica di potatura degli alberi”. Sintetizziamo il perché: la rimozione totale della chioma (le foglie sono gli organi con cui l’albero produce il proprio nutrimento) tramite capitozzatura, provoca un forte trauma alla pianta che rimane senza l’energia necessaria ad alimentare tutte le sue parti; la perdita di così tante foglie attiva un meccanismo di sopravvivenza che consiste nella produzione di rami di lunghezza maggiore ma più esili; questo meccanismo richiede un grande impiego di energia che l’albero preleva dalle sue riserve: se l’albero non possiede una riserva di energia sufficiente, il rischio che muoia è molto alto; un albero capitozzato è più vulnerabile agli insetti e alle malattie: alcuni insetti sono attratti dalle sostanze chimiche rilasciate dai tessuti interni esposti, ai quali anche i funghi possono avere accesso causandone il degradamento e producendo cavità che rendono meno robusta la struttura; l’asportazione di un gran numero di foglie produce una grande quantità di radici morenti con l’effetto di ridurre l’apporto di sali minerali e di acqua, oltre a ridurre l’ancoraggio; i tessuti appena al di sotto della corteccia si trovano improvvisamente esposti a i raggi solari e sono quindi soggetti a scottature; i rami che si generano in seguito a capitozzatura sono inseriti superficialmente e possono facilmente spezzarsi; la capitozzatura implica una serie di costi: oltre al diminuito valore della pianta, se sopravvive, occorre nuovamente intervenire con potature entro pochissimi anni.
Dal sito del Comune, nella pagina al servizio del cittadino, che riguarda il “Verde Pubblico – Programma di manutenzione sul patrimonio arboreo cittadino”, apprendiamo che dal 28 settembre 2016 sono iniziate le indagini, affidate alla ditta “Res Agraria srl” , “previste nell’ambito del programma annuale di manutenzione generale delle alberature, su circa 100 esemplari”. È scritto che “All’esito dei risultati, verrà redatta un’apposita perizia per valutare eventuali interventi di abbattimento e di rimpiazzo, laddove tecnicamente possibile, per evitare che si generino situazioni di pericolo per la pubblica incolumità.”
Abbattimento e rimpiazzo sono le uniche tecniche possibili? Perché si interviene con la capitozzatura se questa pratica risulta dannosa per la salute della pianta? Qual è l’obiettivo della manutenzione degli alberi se alla fine ci si riduce sempre e soltanto ad abbatterli?
C’è una legge nazionale, la 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, che prevede tutela e ampliamento del patrimonio verde urbano, ma è purtroppo largamente ignorata. Non si tiene per nulla conto dei benefici che un albero sano o comunque curato può offrire: al di là di ombra e frescura preziose in estate, perderemo un prezioso aiuto contro gli inquinanti che piante con apparato fogliare ridotto o inesistente non potranno mitigare. Ne risentirà anche la biodiversità con numerose specie di uccelli insettivori impossibilitate a nidificare in città con un conseguente aumento di insetti che non avranno predatori naturali a limitarne la diffusione! L’acqua delle piogge abbondanti non verrà inoltre trattenuta da fronde inesistenti né le radici avvolte dall’asfalto potranno fare molto. Anche l’anidride carbonica non potrà essere metabolizzata dall’albero durante la fotosintesi e come conseguenza sarà minore la concentrazione di ossigeno e maggiore quella della CO2 nell’aria…
Al Comune di Chieti (e alle altre amministrazioni locali abruzzesi) il WWF chiede di: 1) dotarsi di un piano del verde; 2) rendere trasparenti gli interventi in questo settore pubblicando sul sito i costi delle verifiche, degli abbattimenti, quelli per la cura del patrimonio arboreo cittadino, ecc.,; 3) affidare la manutenzione a personale qualificato e evitare comunque interventi di taglio e potature in primavera; 4) eliminare per sempre le pratiche di capitozzatura che danneggiano le piante senza risolvere alcun problema.