Guardiagrele, rischio centrale a biomasse. La denuncia del Pd

centraleGuardiagrele. “Su questa questione solo il solito silenzio”. È quaesto il commento del Partito Democratico di Guardiagrele in merito all’installazione di una centrale a biomasse da 1 Mw in località Piano Venna.

Si tratta di un progetto proposto dalla Società Renovo spa di Mantova e, a detta del Pd, fortemente voluto e sostenuto dalla locale sezione della Lega Nord.

“La Renovo spa – spiega il moviemtno a riguardo – vuole costruire e sfruttare, nella zona industriale di Guardiagrele, un cogeneratore ORC per la produzione di energia e di calore. Ma per farci cosa? Per immettere 880kw di corrente nella rete e per produrre calore che dovrebbe alimentare serre bioclimatiche per la produzione di piantine da consegnare ai vivai della costa? E magari utilizzarne i ricavi per coprire i costi d’impianto e di gestione. Non male come progetto. Ma come verrà alimentata la caldaia? Con quali cascami di legno, di quali industrie del legname a Guardiagrele? Con quali potature di quali frutteti e vigneti a Guardiagrele? Con quali vinacce e soprattutto con quali scarti della filiera delle industrie agrarie a Guardiagrele? E poi, i privati saranno disponibili a cedere i loro boschi e a quale prezzo? E i boschi del demanio possono essere utilizzati? A tal proposito esiste un piano di taglio nei boschi dei Comuni citati nel progetto disponibili a collaborare con la Renovo? E questi Comuni metterebbero veramente a disposizione dell’impresa richiedente il legname derivante da un eventuale assestamento forestale?”.

Non solo. Il partito si chiede anche quanti camion dovranno attraversare il territorio comunale per alimentare una caldaia da 300.000 quintali di materiale da bruciare ogni anno, senza contare ovviamente il trasporto di altro materiale che servirà per l’approvvigionamento del cogeneratore.

“E i prodotti di risulta come le polveri sottili, i gas, ma soprattutto le enormi quantità di ceneri prodotte come e dove verranno smaltiti?” continua ancora il partito. “E si è preso in considerazione il rischio di inquinamento delle falde acquifere? Il beneficio che ne otterrà il nostro territorio quale sarà? Non ci si risponda che tutto questo viene fatto gli per otto posti di lavoro ipotizzati nel progetto. A noi sembra davvero poco per accettare il rischio di inquinare la sede del Parco Nazionale della Maiella, per perdere l’ormai storico riconoscimento di “stazione di cura termale, soggiorno e turismo” e per mettere a repentaglio la salute di chi ha scelto di vivere qui. Noi non vediamo tanto limpido in questo disegno, abbiamo molti dubbi e vorremmo delle risposte concrete a queste domande. Infine, e soprattutto, il Sindaco Salvi e l’assessore all’ambiente Donatello Di Prinzio, sono d’accordo con questo progetto sponsorizzato dalla Lega e che tanto sta a cuore all’imprenditore e consigliere comunale Mauro Scioli? E l’Udc, che pure siede nei banchi della maggioranza, cosa ne pensa?”.

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