L’Aquila. ‘È scandaloso che a otto anni dal terremoto il quartiere di Valle Pretara, all’Aquila, sia praticamente abbandonato a se stesso, con interventi di ricostruzione privata che sono partiti a macchia di leopardo, discariche a cielo aperto ed edifici di edilizia residenziale ancora da ricostruire”.
A dichiararlo è il candidato sindaco della coalizione di centrodestra, Pierluigi Biondi, che nei giorni scorsi ha visitato il quartiere del capoluogo.
“Il quartiere è situato in una posizione strategica, ha una visuale quasi a 360 gradi sulla città e sulle mura storiche, restaurate e illuminate – spiega Biondi – Eppure nessuno dell’amministrazione comunale si è degnato di venire a vedere come stanno le cose. Solo la buona volontà dei cittadini e del parroco, quasi un eroe di frontiera, fa sì che la zona non sia totalmente abbandonata”.
“Ci sono cumuli di macerie e discariche a cielo aperto, tetti in eternit che non sono mai stati rimossi con grave pericolo per la salute di chi è tornato a vivere nelle poche case ricostruite – aggiunge Biondi – La chiesa è stata oggetto di un intervento di restauro parziale ed è attualmente inagibile mentre la vecchia scuola elementare è nel degrado totale, quando potrebbe essere un centro di aggregazione, come chiedono i residenti che oggi non hanno alcun punto di ritrovo. La strada che costeggia la chiesa, invece, deve essere allargata perché il rischio incidenti è altissimo”.
“È necessario un progetto ambizioso di riqualificazione dell’intero quartiere, circostanza per cui servirebbero coraggio e una visione strategica per la città: due qualità che a questa amministrazione sono sempre mancate” ha concluso Biondi.
“So che in passato il progetto di fare del quartiere un modello, con un progetto dell’Università spagnola di Valencia, è stato osteggiato da una parte delle persone che vivono qui – conclude – Ritengo che ci siano tutte le potenzialità, invece, per fare di Valle Pretara un esempio di ricostruzione in cui fondere modernità e tradizione di un quartiere storico, eliminando le bruttezze e valorizzando le potenzialità di un’area che si può considerare parte integrante del centro storico”.