Pescara. L’isolamento della città in seguito alla cancellazione dei collegamenti marittimi e ferroviari e all’abbandono del porto e della sua marineria, spingono il capogruppo dell’Idv Carlo Costantini a criticare aspramente l’operato della Giunta Chiodi, arrivando a ipotizzare l’esistenza di “un disegno finalizzato a distruggere Pescara”.
E’ possibile che, nei palazzi della Regione Abruzzo, i politici di maggioranza stiano tessendo una trama per affossare la città di Pescara a tutto vantaggio di altre aree abruzzesi? L’interrogativo, che da mesi rimbalza tra i corridoi dell’Emiciclo, è stato raccolto dal capogruppo dell’Idv in consiglio Carlo Costantini: “Posso capire un arretramento”, dice, “magari dovuto alla crisi economica. O la perdita di una singola chance, dovuta ad un competitore particolarmente aggressivo. Ma contro la città di Pescara appare ormai di solare evidenza l’esistenza di un disegno per distruggere tutte le sue straordinarie potenzialità”.
Diverse le occasioni di sviluppo perdute dalla città, citate in ordine da Costantini: “Si è partiti tra il 2008 ed il 2009 quando si avevano in cassa i primi 168 milioni di euro liquidi per la velocizzazione del trasporto ferroviario tra Pescara e Roma, che aspettavano solo di essere rimpinguati”. Chiodi difese la sottrazione di quei fondi con queste testuali parole riportate dal deputato dell’Idv: “In fondo avrebbero consentito interventi di secondo piano; con noi, invece, si guarda al patrimonio di tutto il sistema ferroviario (non solo, quindi, al collegamento Pescara – Roma), con circa 2 miliardi di risorse previste”. “I fatti oggi ci dicono che quei soldi sono spariti”, aggiunge Costantini, “e che gli altri non si sono mai visti: a rimetterci, solo la città di Pescara, privata della possibilità di cambiare il corso della sua storia, con un collegamento ferroviario capace in 60-90 minuti di unire l’Adriatico con il Tirreno, passando per la Capitale”.
Il secondo esempio è “l’abbandono della vocazione turistica e commerciale del porto, con la cancellazione dei collegamenti navali con l’altra sponda dell’Adriatico”. L’insabbiamento dei fondali dello scalo e i ritardi nelle operazioni di dragaggio, infatti, hanno costretto Pescara a lasciare campo libero a Bari ed Ancona, nonostante la sua posizione di centro nevralgico dell’Adriatico.
Il colpo di grazia è arrivato con “lo smantellamento del sistema trasportistico ferroviario che prima ruotava attorno alla stazione di Pescara, realizzato da una società che la Regione Abruzzo foraggia, nell’ambito del trasporto pubblico locale, con convenzioni inutili del costo di decine di milioni di euro”. “Oggi”, rincara la dose il capogruppo dell’Idv, “per arrivare anche di pomeriggio a Milano con il treno, si deve partire il giorno prima e pernottare fuori”.
Male anche gli investimenti in ambito sanitario. “Su quasi 300 milioni di euro a disposizione dell’Abruzzo per i nuovi ospedali”, rimarca Costantini, “tutti sulla carta sono destinati ad altre Asl e ad altri ospedali”. Poiché nessuna risorse è stata destinata all’ospedale più grande d’Abruzzo, l’ospedale civile Spirito Santo.
Il mancato sfruttamento delle potenzialità dell’aeroporto internazionale d’Abruzzo “lasciato sempre in bilico tra quelli che possono sopravvivere e quelli che, invece, devono morire” si abbina al tentativo di “allontanare da Pescara persino uno dei suoi elementi più identitari quale la sua marineria, rendendo progressivamente impossibile la sua convivenza con il porto”. “Si ha quasi la percezione che qualcuno”, osserva il rappresentante dell’Idv, “confidando nei bassi fondali del porto canale, stia aspettando che, con i primi temporali primaverili ed il contestuale scioglimento della neve, una colata di acqua e di fango la travolga e se ne porti dietro un pezzo per sempre. Qualcuno che non sono i Magistrati dell’Aquila, come ha denunciato il solito Pastore qualche giorno fa, addirittura attribuendo ai pm. aquilani la regia di una trama contro Pescara”.
Il riferimento è a “qualcuno che trova terreno fertile in città grazie a Testa e Mascia, complici a loro insaputa, e grazie alla stragrande maggioranza dei vertici locali del PdL, pronti a consentire qualsiasi rinuncia o sacrificio alla comunità pescarese pur di realizzare una loro ambizione personale: magari una candidatura in posizione utile alla Camera o al Senato”. “Qualcuno”, conclude Costantini, “che si illude di poter guadagnare qualcosa dall’indebolimento di Pescara o dalla rinuncia alla sua naturale vocazione di capitale del medio Adriatico. Qualcuno contro il quale e’ giunto il momento di opporsi, di resistere, se necessario anche andando oltre i confini dei partiti o delle coalizioni di appartenenza”.