L’Aquila. A quasi tre anni dal terremoto, il modello “commissariale” ha fallito la sua missione per la ricostruzione dell’Aquila e dei comuni inseriti nel cratere sismico. Lo affermano, in una nota congiunta, il responsabile di Cna Costruzioni Abruzzo, Federico Scardecchia, e il direttore della Cna dell’Aquila, Agostino Del Re, secondo i quali il giudizio prescinde dalla professionalità dalle figure impegnate, ma investe al contrario la stessa filosofia dell’intervento.
“Perché” dicono nel loro atto di accusa “è stato messo in piedi un apparato che ha scarsa conoscenza dei problemi del territorio, prevede meccanismi farraginosi, non offre adeguati supporti sotto il profilo tecnico, dialoga a fatica con i principali interlocutori istituzionali e d’impresa presenti nei vari centri, presenta costi elevati”.
Secondo la Cna Costruzioni Abruzzo e la Cna dell’Aquila occorre cambiare passo, cominciando con il ridefinire compiti e ruoli nel processo di ricostruzione. “E questo” dicono “può avvenire solo con un intervento legislativo del Consiglio regionale, che è la massima espressione politico-istituzionale dell’Abruzzo, e dunque in grado di riavviare un percorso virtuoso di dialogo con il territorio e il suoi attori. Due anni fa, d’intesa con Api Edil, mettemmo a punto una proposta, rivolta alla Regione, contenente linee guida per la ricostruzione post-sisma, ma la volontà di commissariare tutto e tutti prevalse sul buon senso. Oltretutto, proprio l’esistenza di una struttura commissariale ha di fatto impedito al Consiglio regionale di svolgere una funzione di indirizzo e controllo sui meccanismi decisionali, sui tempi, sulle procedure, sulla gestione economica. Quanto, infine, ai rapporti con il governo e con la nuova delega assegnata al ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, per il “caso L’Aquila”, Cna Costruzioni Abruzzo e Cna dell’Aquila ritengono che si tratti di un importante punto di svolta, la cui verifica deve comunque essere legata alla rapida messa a disposizione delle risorse necessarie alla ricostruzione, comprese quelle necessarie a potenziare, negli enti locali coinvolti, le strutture tecniche e progettuali”.
I limiti dell’attuale struttura commissariale, secondo gli estensori del documento, si riflettono sulla caduta generale dell’occupazione e dell’economia del territorio aquilano e regionale, producendo effetti non solo sulla filiera delle costruzioni, ma anche in diversi altri comparti dell’economia locale.