Chieti. “il Partito Democratico pescarese dovrebbe studiare in maniera più approfondito sia le norme sia i numeri sia i dati prima di avanzare una richiesta cosi complicata e assurda come quella di riconoscere all’ospedale di Pescara la qualifica di Dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) di secondo livello, come se fosse solo una questione partitica e di campanile”.
Questo il commento del Presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo dopo le ultime esternazione del segretario del Partito Democratico di Pescara.
“Credo – spiega Febbo – che il recente intervento pubblico del Prof. Mastropasqua , unitamente a tutto il corpo docente dell’università (congiuntamente ai tredici dipartimenti della facoltà di Medicina) è stato molto chiaro e preciso ponendo l’attenzione sul rischio di declassamento del polo delle facoltà mediche dell’ateneo teatino, per la riorganizzazione delle strutture ospedaliere poiché se l’ospedale Santissima Annunziata dovesse non essere elevato al secondo livello potrebbe, anzi sicuramente, perdere le cliniche universitarie. Tant’è che 300 docenti hanno sottoscritto l’appello di Mastropasqua per salvare le cliniche universitarie dando vita ad un coordinamento. La normativa vigente è molto chiara a riguardo. Infatti la legge 382/80 prevede l’inscindibilità tra ricerca, assistenza e formazione. La ricerca e la formazione, compiti istituzionali delle università non possono sussistere senza l’assistenza di livello elevato e complesso, cioè di secondo livello. L’università non può essere relegata ad un ospedale di primo livello, unico caso italiano, perché perderebbe le scuole di specializzazione, i corsi di laurea e di conseguenza gli studenti con gravissimo danno economico e culturale per il territorio e per la regione. continueremo a difendere l’ospedale di Chieti e non permetteremo che si portino a termine ‘disegni oscuri’ sull’Università da parte della stessa Asl pescarese a guida PD e dello stesso Partito Democratico della città. Infatti come rimarcato dal sottoscritto in più occasioni, e adesso dal prof. Mastropasqua unitamente a tutta la facoltà di Medicina, non può esserci un ospedale di secondo livello senza università e viceversa. Nel particolare poi mi fa specie che si avanzano pretese senza conoscere i numeri e le funzioni del policlinico: il Partito Democratico pescarese, dovrebbe sapere che Chieti ha il reparto di Chirurgia toracica e scuola di specializzazione di chirurgia toracica a direzione del prof Mucilli e sempre nel Clinicizzato di Chieti si eseguono interventi di maxillo facciale con il dottor D’Archivio. Inoltre, i numeri riferiti al Pronto sono “falsati” poiché al pronto soccorso molti bisognosi di intervento di neurochirurgia vengono dirottati all’ospedale di Pescara, reparto Clinicizzato cioè in convenzione con l’università per cui dovrebbe essere a Chieti. Asl di Chieti che da decenni supporta economicamente la convenzione con la stessa Università. A questo punto mi sembra urgente ed inderogabile il trasferimento dei laboratori dalla sede di Madonna delle Piane al vecchio SS. Annunziata al fine di liberarsi spazi per l’attuale Ospedale per dare risposta alle necessità sanitarie dello stesso nosocomio e quindi rispondere ad un altro importante requisito. Su tutto ciò mi sarei aspettato un ampio dibattito politico e, soprattutto, scientifico allargato alle due ASL, al mondo accademico ecc. ecc. Al contrario, invece, leggo solo certe esternazioni di basso rilievo degne da stadio. La chiusura di ben cinque Ospedali solo nella Provincia di Chieti ( Gissi, Casoli, Guardigrele, Atessa e Ortona) rende ormai la situazione nel Clicinizzato di Madonna delle Piane punto di riferimento con richieste di servizi e prestazioni sanitarie di un’area Metropolitana molto vasta, sopratutto tenendo conto che anche di ciò che accade anche al Santo Spirito di Pescara che risente anch’esso della chiusura di Penne e del declassamento di Popoli e Sulmona. Un quadro territoriale sanitario a cui sicuramente non si può far fronte con richieste non scientifiche ma solo di parte. C’è sicuramente necessità di un Ospedale di secondo livello, supportato dalle migliore professionalità e della stessa Università, conclude Febbo – e a questo ci si deve arrivare con un ampio confronto in primis a livello scientifico e poi magari anche politico”.