”Dobbiamo occuparci della ricostruzione e dello sviluppo delle aree colpite dal sisma”. E’ quanto ha detto oggi il Ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, incaricato dal premier Mario Monti di seguire la Ricostruzione dei comuni colpiti dall’evento sismico del 6 aprile 2009, che questa mattina, a Roma, ha incontrato nella sede del Ministero il presidente della Regione Abruzzo, e Commissario per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, alla presenza del sottosegretario Antonio Catricalà e del Capo di Gabinetto del Ministro delle Finanze, Vincenzo Fortunato.
”Il Governo ha confermato la sua fiducia a Chiodi già nell’incontro del 28 dicembre scorso”, ha precisato Catricalà, mente Chiodi ha esposto ai rappresentanti del Governo i problemi più urgenti legati alla ricostruzione.
Le valutazioni sui problemi riguardanti la ricostruzione post sisma saranno riportate entro il 14 febbraio prossimo, data in cui il ministro Barca incontrerà di nuovo Chiodi all’Aquila.
Oggi, nel vertice romano, i rappresentanti del Ministero dell’Economia hanno sottolineato come la Opcm sui centri storici riporta il lodo Letta. Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha lamentato nuovamente il fatto di non aver condiviso il provvedimento ed il ministro lo ha invitato a non lasciare spazi a risentimenti. ”Il mio tavolo” ha detto “deve partire da zero. Ogni scelta della ricostruzione lascia scontenti e lo sforzo maggiore è quello di superarli per il bene della collettività”.
Il sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca, coordinatore dei sindaci delle aree omogenee, anche lui a Roma per il confronto Governo/istituzioni locali, ha rilevato quanto sia importante il ruolo dei piccoli comuni, che rappresentano il 50 per cento della popolazione colpita dal sisma. ”I collaboratori assunti con le Opcm sono fondamentali” ha precisato “non per l’emergenza come erroneamente crede il Mef, ma per la ricostruzione. I problemi della ricostruzione dei piccoli comuni sono diversi da quelli del capoluogo. Per questo il loro percorso può essere più veloce e usufruire anche di uffici consortili”.
Nel corso dell’incontro, inoltre, i rappresentanti del Ministero dell’Economia hanno rilevato che ”la ricostruzione passa per i centri storici” e che ”occorre razionalizzare le strutture che già esistono (Commissariale, del Comune dell’Aquila, dei piccoli Comuni a livello consortile), accelerando il ritorno a casa della popolazione”. Per loro ”la Opcm sui centri storici fornisce gli strumenti ai Sindaci per ripartire; si tratta solo di fare”.
”Esco più sollevato di come sono entrato” ha riferito Barca al termine dell’incontro. “Si sta facendo molto, ma dobbiamo accelerare su una questione che non è solo aquilana ma nazionale”.
La nota del sindaco Massimo Cialente. Ho innanzitutto ringraziato il Ministro Barca ed il Sottosegretario Catricalà, perché dopo mesi e mesi il tavolo di lavoro da me più volte invocato e per il quale avevo anche presentato le mie dimissioni da sindaco, è tornato finalmente a riunirsi. Un incontro durato due ore, franco e chiaro, nel quale dopo la relazione generale del presidente Chiodi, ho elencato quelle che sono le criticità che hanno portato al blocco totale della ricostruzione e che segnalo da tempo. Il ritardo di 15 mesi per avere le linee guida per la ricostruzione delle case classificate E nelle periferie; l’assoluto sconvolgimento delle procedure della filiera Fintecna – Reluis – Cineas che nel giro di pochi mesi, sotto la guida del Comune erano state capaci di istruire 10mila pratiche B e C ( restituite ai cittadini all’inizio del 2011) e che, invece, ad oggi ha liquidato solo 396 parti comuni di condomini, a fronte di 1500, e 1600 parti singole, su oltre 5000, tra l’altro non combacianti con le parti comuni. Ho esposto la totale afasia della struttura commissariale e del MEF rispetto all’abbandono da parte della filiera a partire dalla fine di marzo, senza che a tutt’oggi nessuno abbia deciso chi affronterà le altre 2000 pratiche della periferia presentate dopo il 31 agosto (che si aggiungono alle 5000 già in attesa) nonché delle oltre 12000 domande che ci attendiamo dai centri storici. Ho lamentato che, nonostante il Governo si fosse impegnato a cercare la copertura finanziaria ricompresa fra gli 80 ed i 100 milioni di euro per assicurare l’emergenza sino a dicembre 2012, ad oggi, a 60 giorni dalla scadenza della proroga, non si sia ancora avviato alcun incontro. Ho dovuto discutere animatamente per difendere i finanziamenti per l’assistenza alla popolazione, tutt’ora fuori casa, per colpa di chi non ha permesso di ricostruire le abitazioni e per difendere i finanziamenti per il personale a tempo determinato destinato ai Comuni; in particolare ho nuovamente invitato a venire a L’Aquila i dirigenti della ragioneria che continuano a chiedersi come mai in Città ancora non si sia tornati alla normalità. Altro punto evidenziato è stato quello della necessità di puntare, nel processo di ricostruzione, anzitutto ad assicurare il massimo della sicurezza sismica, chiedendo di rivedere le ordinanze che impongono un limite nella progettazione in sicurezza, limite inspiegabile. Infine ho lamentato che, cosa mai successa, col precedente Governo, che ultimamente sono uscite delle ordinanze delle quali i Comuni sono stati tenuti all’oscuro. A questo proposito ho ripresentato le proposte per l’ ordinanza del centro storico, già inviata a tutti gli interlocutori nel dicembre scorso. Il mio timore, infatti, è che con l’ultima ordinanza lacunosa e contraddittoria rispetto al lodo Letta, si stia ripercorrendo lo stesso cammino farraginoso delle linee guida delle case E della periferia, che hanno provocato un ritardo che costa al Governo 40 milioni di euro; soldi praticamente buttati al vento. Ho chiesto infine di capire se, anche considerando che è già disponibile oltre un miliardo e mezzo di fondi, si vuole davvero far partire la ricostruzione o se al contrario, come a volte sospetto, si stia facendo di tutto per bloccarla al fine di non investire il denaro. Su questo il Ministro Barca mi ha invitato a non percorrere più recriminazioni sulle precedenti responsabilità di chi ci ha condotto a questa situazione, affermando che il nuovo tavolo è una “scatola vuota e pulita” dalla quale ripartire. Ho detto al Ministro che sono persuaso, che una nuova fiducia istituzionale passa attraverso il rispetto, la collaborazione costruttiva fra tutte le Istituzioni, ed un funzionamento reale del tavolo, mentre al contrario non sono più disponibile a far pagare ai miei concittadini ed a pagare io stesso, colpe altrui. Sono soddisfatto poiché il Governo ha acquisito il dossier da me predisposto nel quale il Comune dell’Aquila ha avanzato proposte per ciascuna delle criticità evidenziate, al fine di avviare finalmente la ricostruzione ed assicurare una serena gestione dell’emergenza. Il Ministro, da parte sua, ha confermato che entro 15 giorni proporrà a L’Aquila, nello stesso tavolo, una serie di soluzioni rispetto alle criticità da me evidenziate, dichiarandosi, alla fine della riunione, sollevato avendo potuto rilevare che a fronte di una situazione che credeva irrisolvibile, essendo emersi veri e chiari, netti, punti di criticità, sarà possibile, rimuovendoli, “dare risposte chiare non solo agli aquilani ma all’intero paese”. Ribadisco la mia soddisfazione e nel contempo il fermo proposito di verificare se, realmente, questa volta sia stia aprendo una fase nuova, con un nuovo metodo condiviso ed un vero rapporto di rispetto tra le Istituzioni, per non ripercorrere gli errori che hanno responsabilità ben precise. Se ciò avverrà, il Comune dell’Aquila recupererà la serenità necessaria per continuare una battaglia che oggi ricade soprattutto sulle spalle degli aquilani e della stessa Amministrazione cittadina.