Così come previsto nella nuova manovra finanziaria varata dal Governo Monti, il sindaco Luigi Albore Mascia ha messo in bilancio un nuovo provvedimento che punta a reintrodurre la tanto contestata tassa sulla prima casa. L’aliquota applicata è del 4 per mille, a fronte di un’oscillazione prevista tra il 2 e il 6 per mille.
A lanciare l’appello i consiglieri comunali del Partiti democratico Moreno Di Pietrantonio, capogruppo in consiglio, e Camillo D’Angelo, che annunciano una dura battaglia in consiglio comunale “in difesa delle fasce deboli della popolazione”. I due consiglieri di minoranza hanno calcolato la spesa media per ogni famiglia proprietaria della casa in cui vive. “Per un’abitazione di 100 metri quadri”, si legge in una nota, “una famiglia pagherà circa 506 euro. Per la seconda casa, invece, l’amministrazione comunale pensa di poter applicare il 7,6 per mille per le abitazioni affittate e il 10,6 per mille per quelle non affittate. Quindi per un abitazione di 100 metri quadrati, come seconda casa affittata, la spesa si aggira sui 1.163 euro mentre per un abitazione sempre di 100 metri quadrati sfitta la spesa si aggira sui 1.622 euro”.
Gli effetti devastanti della crisi, l’aumento della disoccupazione, la crescita dei nuovi poveri e la diminuzione del potere d’acquisto dei salari si combineranno a una nuova batosta che andrà a incidere sui portafogli dei cittadini. “Le aliquote devono essere riviste verso il basso”, tuonano Di Pietrantonio e D’Angelo, “in modo da tutelare soprattutto i cittadini possessori di prima casa”.
Secondo l’opposizione, per la prima casa bisognerebbe applicare l’aliquota al 2 per mille, prevedendo una spesa per un’abitazione di cento metri quadrati di 153 euro. “Pur considerando le difficoltà nel far quadrare il bilancio comunale”, dicono, “riteniamo che l’amministrazione debba tutelare il più possibile i cittadini, diminuendo soprattutto le spese come consulenze e incarichi”.
La replica di Filippello. “L’ennesima populistica e demagogica fuga in avanti fa rimediare l’ennesima figuraccia al Pd: l’amministrazione comunale di Pescara non ha ancora assunto alcuna decisione sulle aliquote Imu che verranno applicate in città su disposizione del Governo Monti, e non dell’amministrazione Albore Mascia. Quelle pubblicate quest’oggi da un solo quotidiano, e riportate fedelmente dal Pd, sono solo simulazioni abbozzate da un giornalista, simulazioni che non sono state fornite dal Comune di Pescara e che non rappresentano la ‘Bibbia’. E fa sorridere oggi sentire il Pd ‘annunciare battaglia in aula’ contro una presunta stangata, lo stesso Pd che su provvedimento dell’attuale consigliere D’Angelo, all’epoca assessore al Bilancio e ai Tributi, nella gelida notte del 14 dicembre 2008, aumentò del 30 per cento la tassa sui rifiuti a carico dei pescaresi, un aumento ingiustificato a fronte della disponibilità in cassa di una pioggia di trasferimenti dallo Stato. Mi chiedo perché il Pd non abbia dato battaglia in quei giorni tanto tristi per la città di Pescara”. E’ la replica dell’assessore alle Entrate del Comune di Pescara Massimo Filippello all’intervento odierno dei consiglieri Pd sulla presunta ‘stangata’ che deriverà per Pescara con l’applicazione dell’Imu.
“Per il centro-destra parlano numeri e fatti: in due anni e mezzo di governo non abbiamo mai aumentato una sola tassa, a differenza dell’ex assessore D’Angelo, firmatario del comunicato odierno, che nel dicembre 2008 determinò un incremento della Tarsu del 30 per cento per tutti, senza alcuna distinzione. Ma forse negli anni di D’Angelo a Pescara non c’erano cittadini o fasce deboli da tutelare, anche se i riflessi sull’economia cittadina prodotti da quell’incremento sono stati drammatici, con la chiusura di centinaia di attività. Eppure va anche ricordato che quando il Pd approvò quella manovra di bilancio con l’aumento del 30 per cento della Tarsu, non c’erano stati tagli nei trasferimenti dallo Stato, dunque oggi abbiamo forti difficoltà ad accettare lezioni di economia o di bilancio ‘equo’ dal Pd. E ancora più strumentale è l’intervento del Pd che addirittura – ha aagiunto Filippello – arriva a collegare l’Imu alle spese per le consulenze e incarichi, che nulla hanno a che vedere con un’imposta introdotta dal Governo Monti a livello nazionale e non solo per Pescara, consulenze e incarichi ben al di sotto dei tetti di spesa imposti dalla legge, con il taglio addirittura delle posizioni dirigenziali proprio per il contenimento dei costi. Stia tranquillo e sereno il Pd: le uniche notizie certe sull’Imu saranno quelle fornite nel corso delle conferenze stampa, dopo aver deciso con l’intera maggioranza di governo le misure da assumere. Solo dopo aver assunto notizie certe, fondate e confermate, il Pd potrà o meno annunciare le proprie battaglie, senza fare figuracce”.