L’Aquila. Sessantamila euro l’anno, oltre a 156 euro al giorno per la trasferta per gli uscieri che si spostano da Roma. Impiegati e personale in genere che, sempre provenienti dalla Capitale, costano alla ricostruzione aquilana una media di circa 120mila euro l’anno per lavoratore.
Cifre da far invidia a chiunque, che tuttavia esistono, sono reali. E sarebbero proprio i compensi elargiti al personale di Fintecna e Patrimonio dello Stato Spa, le Società che costituiscono il primo gradino di quella che Carlo Costantini, capogruppo Idv in Regione, definisce la “farraginosa filiera della ricostruzione”. Delle due cose l’una: vengano confermate oppure immediatamente smentite.
“Fino ad oggi” aggiunge Costantini “erano note le inefficienze e le difficoltà arrecate ai cittadini ed alle già problematiche prospettive di ricostruzione. Ma queste somme sono clamorose. Il tutto per svolgere mansioni che, nella stragrande maggioranza dei casi, non implicano nessuna competenza tecnica e/o scientifica particolare. Se questi numeri fossero confermati dal Commissario Chiodi, al quale chiediamo, in una nostra interrogazione urgente, di renderne conto, i circa 25 lavoratori di Fintecna e di Patrimonio dello Stato Spa, dagli uscieri ai dirigenti, costerebbero complessivamente intorno a 3 milioni di euro l’anno. Con una simile somma si potrebbe garantire il lavoro a oltre 100 aquilani, che in quanto residenti non graverebbero per gli ingenti costi della trasferta e avrebbero, inoltre, motivazioni maggiori a garantire un rapido processo di ricostruzione cittadina. E questa, sempre se confermata, potrebbe essere una ulteriore dimostrazione di quali e quanti errori abbiano contraddistinto le scelte degli ultimi anni sulla gestione del post terremoto”.