L’Aquila. Stefania Pezzopane ci riprova. Dopo aver coinvolto l’ex Ministro alle Pari Opportunità, Mara Carfagna, ha deciso di rivolgersi al neo Ministro Elsa Fornero, alla quale chiede un intervento diretto affinchè si arrivi finalmente alla creazione di un centro antiviolenza nel capoluogo abruzzese, ancora oggi traumatizzato dagli eventi che l’anno colpita in quella tragica notte del 6 aprile 2009.
Riportiamo di seguito il testo della lettera, nella quale l’assessore Pezzopane chiede formalmente un incontro al Ministro Fornero.
Egregio Signor Ministro,
sinceramente colpita dalla Sua commozione nel chiedere un sacrificio agli Italiani ho pensato di rivolgermi a Lei, persuasa della sensibilità che caratterizza noi donne rispetto a tutte le questioni che riguardano le questioni sociali. Una sensibilità diversa, una diversa attenzione.
Mi preme, pertanto, sottoporLe la dolorosa questione delle donne aquilane, la cui vita si è fermata il 6 aprile 2009, quando il sisma le ha gettate in una quotidianità ancor più difficile e complessa, intollerabile, che grava ulteriormente sulle loro spalle. Una quotidinità che, per troppe donne, si consuma nella violenza domestica, nel maltrattamento, nella violazione fisica e della mente.
Il mio dovere di Assessore alle politiche sociali e di donna, mi ha vista, sin dal primo momento, in prima linea per la creazione di un Centro Antiviolenza all’Aquila; una scelta dovuta, avvalorata anche dal D.L. n. 39 del 28 aprile 2009 tramite il quale, il Suo Ministero, all’art. 10 stanzia € 3.000.000,00 per finanziare una Sede da destinare al Centro Antiviolenza.
Ebbene Signor Ministro, i fondi ci sono ma giacciono ancora inutilizzati, in un momento in cui il fenomeno della violenza sessuale, nel territorio del Comune dell’Aquila e del Cratere sismico è crescente.
L’appello che le rivolgo, Signor Ministro, non può essere sottovalutato. Ha bisogno della giusta attenzione. Le garantisco che alle precedenti richieste di chiarimento e d’incontro che brevemente le riassumo, sono seguiti inquietanti silenzi ed omertà.
Dopo aver già scritto al Sig. Ministro On. Carfagna, in qualità di Presidente della Provincia dell’Aquila, sono tornata a sollecitare un nuovo incontro come Assessore alle politiche sociali del Comune dell’Aquila in data 8 marzo 2010.
Dopo vari solleciti ( in data 3 aprile, 3 maggio, 8 giugno) ho avuto conferma di un incontro a Roma presso il Sig. Ministro On. Carfagna in data 19 maggio, disdetto però all’ultimo momento quando ero già in viaggio per raggiungere Roma dall’Aquila. Se non fosse stato nuovamente cancellato, avrei avuto un nuovo incontro col Ministro il giorno dopo, il 20 maggio 2011, ma la mattina dello stesso giorno la mia segreteria è stata raggiunta da una telefonata di disdetta.
Accorata, sono tornata a sollecitare sia il Ministro che il dipartimento delle Pari Opportunità nella persona dell’Avv. Massimo Condemi, inviando per conoscenza le stesse richieste al Sig. Presidente della Regione Abruzzo nonché Commissario della Ricostruzione, Dott. Gianni Chiodi, in data 8 giugno 2011, dopo averlo già investito del problema in precedenza, il 2 di maggio, senza aver avuto, in nessuno dei casi, alcun riscontro alla mia richiesta di appuntamento da parte di nessuno.
Solo di recente il settore dei Lavori Pubblici della Regione Abruzzo ha dato notizia al mio assessorato di non essere più competente in materia, essendo i fondi stati assegnati al Commissario delegato per la ricostruzione.
A distanza di oltre due anni e mezzo dal sisma che ha distrutto la Città dell’Aquila e le sue anime, nonostante le innumerevoli proposte e i vari solleciti di cui le ho riferito, oggi è impossibile comeprendere come debbano essere utilizzati i fondi messi a disposizione.
Inoltre una sorprendente O.P.C.M. dell’8 novembre 2011 ha dirottato la metà dei fondi alle diocesi abruzzesi confondendo, mi auguro senza la pur minima volontà di venir meno ai diritti delle donne violate, il sostegno alle famiglie disagiate con la complessità dei compiti di un Centro Antiviolenza, per il qual fine era specificamente destinato il fondo da una legge che, a nostro giudizio, non può essere modificata da una ordinanza. Peraltro, l’altra metà è affidata , dall’ordinanza stessa, alla consigliera di parità della regione Abruzzo che non ha alcuna capacità di spesa e non ha certo tra i suoi fini quello di realizzare un Centro Antiviolenza.
Diocesi e consigliere regionale di parità , allora, faranno dei bandi? Il Comune dovrà forse inviare loro i progetti? E quale sarà lo spazio ritagliato per tutte quelle Associazioni che da anni operano con competenza ed amore nel settore?
E’ tutto oscuro e, purtroppo, sentiamo il sapore amaro della speculazione sul corpo delle donne violate.
E’ questo il motivo che mi spinge a chiederLe di attivarsi quale Ministro per chiamare i soggetti in campo, modificare l’ordinanza, restituirci la certezza che quei fondi verranno destinati effettivamente all’obiettivo che la legge si era prefissata.
E con me lo chiedono le donne e Associazioni aquilane.
Sperando di poterLa incontrare presto di persona insieme alle mie concittadine, la ringrazio di cuore per l’attenzione con la quale, ne sono persuasa, affronterà la nostra richiesta.