Pescara, riunione pubblica del Tea Party Abruzzo

riunione_tea_party_abruzzoPescara. La rivoluzione liberale parte anche dall’Abruzzo. E’ quanto emerso nel pomeriggio dello scorso giovedì 22 dicembre 2011, a Pescara durante la riunione pubblica del Tea Party Abruzzo, il movimento di ispirazione liberale coordinato da Andrea Fiamma e Carlo Cauti.

Le tematiche più calde che sono state trattate durante la riunione sono: le liberalizzazioni, l’introduzione del principio di libera concorrenza e libero mercato nell’affidamento dei servizi, il dimagrimento sistematico delle gestioni pubbliche e la lotta contro le politiche clientelari e assistenzialiste che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni della nostra Repubblica. Andrea Fiamma, organizzatore dell’evento e studioso di filosofia medievale, batte inoltre sul fondamento concettuale dello “stato minimo”, la cui idea “nasce – dice – per salvaguardare la libertà degli individui. Uscire dal periodo delle ideologie del ‘900 e aprirsi verso una nuova fase politica significa anche abbandonare il vecchio modello di Stato e avviarne una decisa modernizzazione che ci consenta di dar vita finalmente ad un reale federalismo europeo, che non è l’attuale Unione Europea. Cosa significa in termini concreti? Significa cambiare punto di vista: l’orizzonte dell’agire politico dovrà necessariamente contemplare la dimensione europea, da pensarsi ora come un blocco federale unico in grado di concorrere senza paura con i grandi paesi emergenti. D’altronde, l’Europa è la terra della libertà, la terra della cultura, l’Europa è la terra dei Molti e può dunque tornare ad essere il faro della Civiltà, come lo era nella grande stagione dell’Umanesimo. Eppure non possiamo avviarci verso questa nuova fase di protagonismo europeo se dobbiamo portarci dietro le zavorre politiche del novecento: il debito pubblico, gli sprechi e uno Stato diventato oramai un grande “scatolone di sabbia”. Il nostra Tea Party significa allora una richiesta di maggiore libertà individuale e di uno Stato più “sobrio” – la cui sobrietà non consista nelle tasse – che ci permetta di non perdere l’ennesimo treno come Italia e come Europa. Ma anche e soprattutto, in piccolo, come Abruzzo”.

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