Chieti. “L’8 marzo non è solo uno slogan ma 365 giorni di Pari Opportunità. Il supporto alle donne vittime di violenza deve, infatti, proseguire tutto l’anno. In tale ottica, l’Amministrazione Comunale – Assessorato delle Pari Opportunità – ha aderito al Progetto “Sibilla” (sistema di azioni integrate per il potenziamento dei centri antiviolenza in Abruzzo), approvato e finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità, che prevede il potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle vittime di violenza, la promozione dell’orientamento lavorativo, l’individuazione di misure a supporto dei servizi educativi per i minori vittime di violenza assistita”.
E’ quanto evidenzia l’Assessore alle Pari Opportunità, Emilia De Matteo, a margine della prima riunione del tavolo operativo svoltasi per dare concretamente avvio alle attività previste dal progetto e alla quale hanno preso parte, oltre al Comune di Chieti rappresentato dall’Assessore De Matteo, dalla Dirigente Elisabetta Raspa e dalla responsabile del Centro antiviolenza Alpha, Maria Laura Di Loreto, i rappresentanti degli altri Comuni e Centri Antiviolenza aderenti: Comune di Pescara, Centro Ananke; Comune di L’Aquila, associazione “Donatella Tellini”; Centro antiviolenza di Vasto “Donna Attiva”.
“Sibilla si propone di potenziare le attività dei centri antiviolenza partendo dai bisogni delle donne che hanno intrapreso un percorso che le aiuti ad uscire dal tunnel della violenza – aggiunge l’Assessore De Matteo – Il rafforzamento di una rete di relazioni già esistente tra gli Enti locali, le istituzioni e le associazioni del privato sociale, permetterà di rispondere in modo sempre più efficiente ed efficace ai bisogni delle donne e dei loro figli. Appare fondamentale, dunque, accompagnare le donne in questo nuovo percorso tenendo sempre conto del loro vissuto, aiutandole a ritrovare la fiducia in se stesse e promuovendo l’orientamento lavorativo. Il progetto Sibilla ci consentirà di potenziare le soluzioni di aiuto, in un’ottica di collaborazione interistituzionale, assicurando, al contempo, sostegno e interventi fondati su un’alta competenza professionale, organizzativa e gestionale. Sono queste le testimonianze concrete di aiuto nei confronti delle donne. A tale proposito desidero ricordare l’esistenza di un opuscolo informativo realizzato nell’ambito del progetto di implementazione del Centro Antiviolenza – conclude l’Assessore De Matteo – nato con l’intento di far conoscere la forte rete collaborativa sul territorio tra Istituzioni e Associazioni. Tutte le donne che hanno bisogno di aiuto possono contattare gratuitamente il numero verde 800432500 da fissi e cellulari e il numero 1522 che corrisponde al numero nazionale Antiviolenza Donna, attivo h24 tutto l’anno multilingue, nonché il numero del centro antiviolenza Alpha 0871 562858″.
L’importo per la realizzazione del progetto è di 206mila euro: 180 sono stati concessi dal Dipartimento delle Pari Opportunità, la restante parte è cofinanziata da Comuni e Centri antiviolenza.
I numeri. Sono state 157 le donne, di cui 93 prese in carico, che si sono rivolte al Centro Alpha anche solo telefonicamente, per richiedere informazioni o consulenze nel corso del 2016. Il 61% appartiene alla fascia di età compresa tra i 30 ed i 49 anni. Segue, con il 23%, la fascia di età tra i 50 e i 59 anni. Il 73% delle vittime è costituito da italiane, come è italiano, nel 91% dei casi, l’autore della violenza (65% il marito; 31% il compagno; 4% l’ex marito o un familiare). Quanto al tipo di violenza perpetrata, nel 26% dei casi si tratta di violenze di tipo psicologico, percentuale di poco superiore alla violenza fisica (24%), alla violenza economica (17%), allo stalking (22%) e alla violenza sessuale (11%). Le tipologie di maltrattamento riscontrate con più frequenza sono quelle relative alla violenza psicologica, fisica ed economica, mentre quelle sessuali sono per lo più dovute a rapporti non consenzienti. Nel corso degli anni, inoltre, si è verificato un progressivo aumento dei casi di stalking. Tra le donne che hanno trovato la forza di uscire da questa spirale di violenza, sono molte coloro che presentano notevoli difficoltà nell’avviare un nuovo percorso di vita.