Pescara. Continua a far discutere la delibera per la sistemazione del mercato etnico nel terzo tunnel della stazione ferroviaria di Pescara. All’ordine del giorno del Consiglio comunale odierno, durante i lavori sono stati presentati gli emendamenti dell’opposizione. Il provvedimento tornerà in aula giovedì. In particolare, ciò su cui si discute è una variante al Piano regolatore, necessaria per consentire l’installazione del mercatino etnico sotto il tunnel della stazione ferroviaria.
Intanto sulla vicenda interviene, tra gli altri, il direttore della Caritas, don Marco Pagniello, secondo cui “la sistemazione del mercatino etnico nel sottopasso ferroviario è un primo passo necessario a sostegno delle comunità più deboli presenti sul nostro territorio”.
“Comprendo i timori e le lamentele legate alla gestione del mercatino nel passato – dice il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne – così come immagino che lo smantellamento dello scorso anno possa esser stato percepito come una sorta di successo da parte di alcuni, ma non capisco la riluttanza e il rifiuto. La riapertura del Mercatino in altro luogo, del resto, era stata una promessa che, oggi, è giusto mantenere con l’impegno, ovviamente, di un lavoro attento e di un controllo costante che favorisca la legalità e il rispetto delle regole necessarie per la compravendita”.
Critici, dopo i lavori dell’aula, gli esponenti dei gruppi di Forza Italia e Pescara in Testa, che annunciano di voler “portare avanti i nostri 850 emendamenti ribadendo la nostra ferma contrarietà a un’opera che mira non a dare una possibilità di lavoro ad ambulanti stranieri, ma piuttosto a ricreare un ghetto nel cuore della città dove a breve ricomincerà il commercio di merce contraffatta”.
“Il sindaco Alessandrini – dicono gli esponenti del centrodestra – intende spendere 250mila euro di soldi pubblici per un mercatino etnico in cui, per vent’anni, si è venduta merce considerata ‘corpo del reato’, come si ricorda nella stessa delibera portata oggi in aula. Non solo: la gestione del mercatino verrà affidata a un’associazione facendo riferimento a una norma regionale che però regolamenta non mercatini etnici permanenti, ma mercatini temporanei dell’antiquariato e del collezionismo. La delibera istitutiva di quel mercato per extracomunitari è una presa in giro per tutti i pescaresi”.
Replicano alle accuse i consiglieri di Sinistra Italiana Daniela Santroni e Ivano Martelli, secondo i quali “il centrodestra che oggi presenta oltre 800 emendamenti nei 5 anni di governo non ha mosso un dito né proposto azioni di emersione dall’illegalità e di rispetto della dignità del lavoro”.
“La soluzione proposta dall’amministrazione comunale – osservano i consiglieri di Si – è frutto di un percorso condiviso con la comunità senegalese che tende a offrire un’occasione di integrazione reale e inclusione attiva: consentendo agli stranieri, e non solo, che lavorano nel commercio ambulante di avere un punto di riferimento unico, organizzato, funzionale e regolare nel quale accogliere i propri clienti; rappresentando un’opportunità di lavoro per diverse persone; limitando le forme di attività commerciali irregolari; contribuendo a ravvivare la comunità pescarese e incrementando le occasioni di integrazione tra autoctoni e culture altre; rispondendo all’esigenza dei cittadini, tutti, di decoro urbano, sicurezza e promozione della legalità e del lavoro”.
“Pertanto – proseguono – seppur gli esiti non sono affatto scontati, possiamo affermare che questa è la prima Amministrazione della città che si pone come obiettivo quello dell’integrazione e della dignità del lavoro migrante. Un primo risultato lo abbiamo già raggiunto. Parte degli ambulanti stranieri, di diverse nazionalità, si sono costituiti in cooperativa. E già questa è integrazione”.
E oggi in Consiglio comunale era presente anche una delegazione degli operatori del mercato. I rappresentanti della comunità senegalese hanno incontrato amministrazione e consiglieri comunali.