E’ quanto spiegato in una nota dal capogruppo dell’Udc in Consiglio Comunale a Chieti, Alessandro Giardinelli, che ha continuato dicendo: “Al fine di comprendere quale attendibilità avessero le Ditte partecipanti al progetto, e quindi l’effettiva possibilità di realizzazione del progetto stesso, abbiamo chiesto all’Ing. Merlino il nome delle Ditte partecipanti, la loro solidità economica attraverso gli attestati del fatturato degli ultimi tre anni, del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) e dei movimenti monitorati dall’INPS di assunzione e licenziamento dei dipendenti; inoltre abbiamo chiesto se tali aziende fossero intenzionate ad aprire nuovi opifici (segno evidente di possibili nuove assunzioni) o volessero solo trasferire la loro sede operativa. L’ing. Merlino ci ha comunicato che domani alle ore 18:00 presenzierà ad una riunione con le aziende, e pertanto abbiamo richiesto che in quell’occasione sia fatta la proposta di un reinserimento immediato dei lavoratori ex-Burgo con contratto di formazione, in vista di un successivo ricollocamento effettivo; questo atto darebbe certamente un segnale positivo per una reale riassunzione delle maestranze. E’ necessario individuare la differenza tra un buon progetto d’insediamento sulla ex-area Burgo, ma che per vari motivi economici e burocratici potrebbe avere delle criticità sulla possibilità di ricollocazione lavorativa, ed un progetto che ha certezze sulla riassunzione dei lavoratori ex-Burgo. E’ evidente come gli incentivi che l’amministrazione Comunale o Regionale saranno disponibili a fornire per le aziende che si insedieranno, dovranno essere esclusivamente appannaggio di coloro che opereranno la ricollocazione lavorativa, e che già oggi deve essere dimostrata nella capacità e nella volontà di nuove assunzioni. L’Ing. Merlino ha parlato di realizzazione del progetto in 18 mesi (specificando che, per rispettare tale tabella di marcia, tutto l’iter dovrebbe essere privo di intoppi amministrativi o altro), ma noi abbiamo fatto notare come i giovani lavoratori ex-Burgo hanno una mobilità di 24 mesi e che pertanto il tempo previsto è certamente troppo lungo. In questo caso le istituzioni dovranno chiedere proroghe alla mobilità. Se non ci saranno date le risposte esaurienti alle nostre domande, considereremo il progetto poco credibile al fine di una ricollocazione del personale ex-Burgo e chiederemo al sindaco di individuare nuove possibili strade, nelle more di una situazione economica globale disastrosa. Faremo comunque il possibile – ha concluso Giardinelli – per stare al fianco dell’amministrazione e dei lavoratori per ottenere la loro rioccupazione, ma desideriamo che si operi nella trasparenza e nella chiarezza, nel rispetto di chi ha perso il lavoro”.
“A seguito della commissione odierna convocata per discutere del Progetto IN.TE e del futuro dei lavoratori ex Burgo – ha invece detto il presidente dell’VIII Commissione Cosnialiare Permanente Attività Produttive e Sviluppo economico, Lavoro e formazione, Commercio e Artigianato, Diego Costantini – rivolgo i miei ringraziamenti all’ ing. Domenico Merlino per aver aderito con la sua presenza al mio invito. Il quadro socio-economico della città di Chieti peggiora giorno dopo giorno, dal 4 dicembre 2011 gli ex lavoratori della Burgo sono in mobilità e l’azienda ha chiuso ogni possibilità di dialogo con essi, facendo ricadere la responsabilità sociale dell’atto in ambito politico. Dall’ incontro odierno, ciò che è emerso in modo chiaro, è che occorreranno circa 18 mesi di tempo per la realizzazione del progetto In.Te., in quanto sarà necessario considerare l’annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale AIA che il sindaco Di Primio e il presidente della Provincia Di Giuseppantonio hanno sollecitato all’Ente Regione, conditio sine qua non, questa, per consentire di passare all’iter autorizzativo dell’edificabilità degli opifici. Le imprese che finora hanno fatto domanda al Suap per potersi insediare sui terreni della ex cartiera sono 9 anche se altre aziende sono fortemente intenzionate ad aderire al progetto che prevede l’inserimento complessivo di 24 opifici. Comprensibilmente queste aziende chiedono condizioni vantaggiose per l’installazione dei loro impianti, come, ad esempio, l’accesso ai fondi comunitari per sostenere gli oneri di urbanizzazione, pari a circa 3 milioni di euro, e la garanzia di una formazione necessaria ai lavoratori stessi. Domani, 7 dicembre 2011, alle ore 18.00, sarà indetta un’assemblea con tutte le aziende cooptate nel progetto In.Te. per discutere del patto di ricollocazione dei lavoratori Burgo. L’attuazione di detto progetto – ha concluso il consigliere Costantini – rappresenta un tipico esempio di politica attiva del lavoro. Le politiche attive del lavoro, infatti, differenziandosi da quelle passive (che mirano a ridurre il disagio sociale connesso alla disoccupazione attraverso misure di supporto come il sostegno a reddito), intendono inserire o re-inserire nel mercato del lavoro coloro che ne sono esclusi attraverso la realizzazione, in modo coordinato e articolato, di 4 obiettivi fondamentali ovvero: l’ occupabilità: accrescere la capacità di trovare lavoro; l’ imprenditorialità: sviluppare lo spirito imprenditoriale; l’ adattabilità: favorire l’adeguamento ai mutamenti del mercato del lavoro; le pari opportunità: rafforzare le politiche di uguaglianza delle opportunità per tutti”.