Montesilvano. “Dopo una lunga e sofferta riflessione, ho deciso di dimettermi da Coordinatore del Circolo Pd Montesilvano Nord. Lo faccio senza astio ma con la convinzione che il Partito Democratico che avevo desiderato non si è mai realizzato; ritengo innanzitutto che non si sia realizzato a livello nazionale”. Così Mario Nino Fusco ha voluto comunicare al segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, le sue dimissioni da coordinatore locale. I motivi sono diversi ed è lui stesso a spiegarli.
“L’incapacità di affrontare seriamente e definitivamente il tema della questione morale, l’impossibilità di elaborare una politica economica davvero originale e riformista che non si appiattisca sulle posizione massimaliste dell’estrema sinistra del partito, il regresso, dopo l’entusiasmo dell’esperienza fondativa del 2007, che ha fatto si che il Pd sia tornato ad essere sostanzialmente il vecchio Pds: l’area cattolica democratica è stata fortemente marginalizzata e quella parte di società civile che aveva creduto nel progetto di un partito aperto alla partecipazione e al dialogo non ha mai trovato diritto di cittadinanza”.
Fattori, questi, che secondo Fusco potevano essere “sopportati nel nome di una sempre più piccola speranza di cambiamento”. Tuttavia, “lo spettacolo che negli ultimi due mesi il Partito Democratico di Montesilvano ha dato di sé mi hanno convinto: questo partito nella nostra città è ormai la reincarnazione di quello che fu definito il sistema Montesilvano, un intreccio tra politica, affari e interessi personali che vedono sempre gli stessi protagonisti. Da una parte il o i candidati degli inquisiti ex Margherita contro il o i candidati degli inquisiti ex DS. In mezzo i patetici tentativi del segretario provinciale di Pescara e di quello comunale di trovare a tutti i costi un candidato unico: Vittorio Gervasi, Lorenzo Cirotti, Ugo Di Silvestre e tanti altri, contattati nel nome di una unità che salvaguardasse solo ruoli, poltrone e ambizioni personali (presenti e future) senza pensare ai veri problemi della nostra città. Nelle pochissime occasioni di incontri istituzionali ho manifestato queste mie idee ai quadri del Partito ottenendone solo emarginazione: visto l’esito che si profila, ne sono fiero e compio questo mio gesto politico perché non voglio esserne nemmeno indirettamente complice. Continuerò la mia battaglia civile tra la gente e con la gente: quella che ogni mattina comincia una giornata di lavoro con il pensiero del mutuo da pagare, del traffico asfissiante, dei figli da accompagnare in istituti scolastici spesso fatiscenti, delle strade allagate ogni volta che piove, dell’aria e del mare inquinato, dei mezzi pubblici che non funzionano, del sistema sanitario allo sfascio e delle tasse comunali che aumentano. Resto nel centro sinistra e quando (e se) a Montesilvano ci saranno le primarie parteciperò, continuando a dare il mio contributo di idee e di proposte per il Bene Comune”.
Il commento di Corrado Di Sante, Federazione della Sinistra Montesilvano. “Non vi poteva essere miglior conferma di quanto sosteniamo da mesi che le parole del coordinatore del circolo del Pd di Montesilvano Mario Nino Fusco. Il doveroso ed apprezzabile gesto di rottura di Fusco squaderna dall’interno quello scenario che noi denunciamo da mesi, ovvero le primarie come truffa a danno dei cittadini affinché il sistema Montesilvano sopravviva. Mentre la giunta Cordoma affoga nelle proprie contraddizioni, il Pd affoga nei litigi tra gli inquisiti. Quando abbiamo chiesto liste pulite e candidati di rinnovamento abbiamo visto giusto: di questo Pd non ci si può fidare! Ci stupisce che Sel continui a mascherare la realtà dei fatti ovvero che le primarie, così come concepite da questo Pd, siano la reincarnazione del sistema Montesilvano. Ci auguriamo un sussulto almeno dall’Italia dei Valori. Siamo pronti a costruire l’alternativa a tutto questo con le forze sane della città”.
Il commento del consigliere regionale Idv, Carlo Costantini. “Gravi le motivazioni che hanno portato il Coordinatore del Circolo di Montesilvano del PD a dimettersi. Gravi perchè forniscono una interpretazione di quelli che prima apparivano inspiegabili ritardi nella fissazione della data di primarie decise già da luglio e che oggi appaiono, invece, funzionali a prepararne l’esito a tavolino, attraverso manovre dirette a favorire il ritiro di candidati, il ritorno di uomini del passato ed una unità solo di facciata, perchè ottenuta in cambio della promessa di poltrone. Talmente gravi che potrebbero indurci già nei prossimi giorni a fare esattamente come Fusco, ad abbandonare il Partito Democratico di Montesilvano al suo destino ed a prendere altre strade, con il rammarico di aver perso 4 mesi ad aspettare chi, in realtà, stava lavorando per distruggere dal principio il progetto di rinnovamento e di cambiamento della politica di Montesilvano che pensavamo di poter costruire insieme. Quattro mesi regalati a Cordoma ed alla sua Giunta e sottratti al confronto con i cittadini sulle idee, sulle proposte, sulle prospettive di una città che deve voltare pagina. Aspetteremo, quindi, ancora qualche giorno, o meglio qualche ora, in attesa che qualcuno, oltre a dirci che l’interpretazione di Fusco è sbagliata, ce lo dimostri anche con atti concreti, con i fatti. Altrimenti, come detto, prenderemo subito altre strade, perchè il progetto del Partito Democratico, quello descritto da Fusco, davvero non ci interessa e siamo certi non interessi neppure gli elettori del centrosinistra di Montesilvano”.