Chieti. “Da oltre 2 anni chiediamo che venga data priorità agli interventi per fronteggiare il dissesto idrogeologico considerando la situazione di emergenza che investe la nostra regione e che gli ultimi fatti hanno purtroppo confermato”.
E’ quanto dichiara in una nota il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo. “Dopo una serie di innumerevoli promesse – rimarca Febbo – pensavamo di essere arrivati finalmente a una fase di attribuzione di importanti risorse (come da richieste inoltrate sul portale ReNDiS) credendo di dover plaudire all’iniziativa della Giunta regionale ma ben presto ci siamo dovuti ricredere. Scorrendo con attenzione l’elenco degli interventi, per un ammontare complessivo di 66 milioni di euro, abbiamo dovuto constatare una logica alquanto discutibile nell’attribuzione dei punteggi. Molti interventi per situazione di rischio R3 con un livello di progettazione definitiva vengono giudicati prioritari rispetto ad altri con un codice di rischio maggiore (R4) e con progettazione esecutiva (pronti per la gara d’appalto). Per questo, nel corso di un’apposita Commissione di Vigilanza, saranno convocati tutti i responsabili del procedimento ai quali verranno chiesti lumi sui criteri utilizzati per stilare la lista”.
“Un aspetto che ritengo intollerabile – prosegue il Consigliere regionale di Forza Italia – è l’aver sottovalutato quanto accaduto in questi giorni nella nostra regione e in particolare nella Città di Chieti, così come nel teramano, che avrebbe consigliato di rivedere e riprogrammare con maggiore attenzione quanto emerge dal portale ReNDis aggiornato al 24 gennaio 2017. Infatti, se da un lato andrebbero incluse alcune aree montane come a esempio Villa Celiera, Civitella Casanova ecc., dall’altro, se consideriamo i criteri fondamentali come il codice di rischio maggiore e il numero delle persone a rischio, appare insopportabile l’esclusione della Città di Chieti. Voglio ricordare che le linee guida previste dalla deliberazione del Consiglio regionale n.39/5 del 4.05.2010, evidenziano la suddivisione in 3 classi di valori crescente nei termini: Comuni con aree perimetrate a rischio R4 e/op R3 di vasta estensione territoriale e con beni esposti di primaria importanza; Comuni con aree perimetrate a rischio R4 e/o R3 di media-piccola estensione o con beni esposti di secondaria importanza; Comuni con aree perimetrate a rischio R4 e/o R3 già parzialmente risanate attraverso interventi di consistente impegno finanziario, realizzati o in corso di realizzazione. Quindi l’esclusione da qualsiasi riconoscimento è intollerabile, inqualificabile e mortificante per la Città. Il territorio del capoluogo teatino infatti lamenta evidenti e datati dissesti idrogeologici per i quali sono state inoltrate richieste e progettazioni che però puntualmente restano inascoltate come: La frana di Santa Maria Calvona che lo stesso Gabrielli, capo della Protezione Civile, aveva individuato quale priorità regionale programmando 1 milione di euro mentre è stato finanziato solo per 300 mila euro; Madonna della Misericordia – Fosso Santa Chiara; Madonna della Vittoria (Provincia); Colonnetta; Strada per Popoli (Provincia); Strada Colle Rotondo.
“E’ bene sottolineare che tutti questi interventi ricadono in aree perimetrate a rischio R4 e sicuramente sono situate in zona di vasta estensione; ci sembra invece che nell’elenco siano ricomprese molti progetti ricadenti in aree R3 (indice di pericolosità inferiore) e di media/piccola estensione territoriale. Chiaramente la Città di Chieti deve fronteggiare anche i pesanti danni al manto stradale che la paragonano a una città medio orientale sottoposta a un bombardamento. Di questo chiederò contezza al Presidente della Regione – conclude Febbo – che convocherò unitamente al Sindaco di Chieti in un’apposita Commissione di Vigilanza. Mi auguro che gli esponenti del Pd locale facciano sentire la propria voce ai loro referenti regionali e che tutelino l’interesse dei cittadini teatini e non difendano logiche partitocratiche”.