Chieti. Articolo 193 Salvaguardia degli equilibri di bilancio 2. Con periodicità stabilita dal regolamento di contabilità dell’ente locale, e comunque almeno una volta entro il 30 settembre di ciascun anno, l’organo consiliare provede con delibera ad effettuare la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi. In tale sede l’organo consiliare da atto del permanere degli equilibri generali di bilancio o, in caso di accertamento negativo, adotta contestualmente i provvedimenti necessari per il ripiano degli eventuali debiti di cui all’articolo 194, per il ripiano dell’eventuale disavanzo di amministrazione risultante dal rendiconto approvato e, qualora i dati della gestione finanziaria facciano prevedere un disavanzo, di amministrazione o di gestione, per squilibrio della gestione di competenza ovvero della gestione dei residui, adotta le misure necessarie a ripristinare il pareggio.
“Il Consiglio l’hanno fissato, a maggioranza, solo al prossimo 5 ottobre nel cui merito diremo la nostra non appena avremo atti, documenti e pareri del collegio dei revisori dei conti ma, ad evitare di essere accusati demagociamente di facile disfattiasmo, abbiamo voluto letteralmente riportare il comma 2 dell’articolo 193 della legge 267/2000 in materia di ordinamento generale della normativa vigente sugli enti locali. Lo facciamo per denunciare l’ennesimo ritardo con il quale, la maggioranza di centrodestra a guida Udc presieduta da Enrico Di Giuseppantonio, porta all’approvazione del Consiglio Provinciale un atto amministrativo importante come quello relativo allo stato di attuazione dei programmi dei vari settori ed i relativi equilibri di bilancio”.
Così denunciano i consiglieri di minoranza dei gruppi di centrosinistra in Provincia di Chieti che continuano dicendo: “Dopo il ritardo consolidato con cui approvano i bilanci di previsione, che porta ritardi colossali nei pur minimi investimenti ancora possibili da fare, i consuntivi portati in Consiglio quasi fuori tempo massimo ed a rischio di nomina di commissario ad acta anche per questo passaggio intermedio si va oltre la data limite fissata dalla legge. E’ un’amministrazione in ritardo su tutto ed assente anche nelle partite correnti dove bisognerebbe avere solo caparbia iniziativa politica e non occorre impegnare nessun euro del bilancio dell’ente ma essere in possesso solo di credibilità ed autorevolezza che non c’è affatto. Ormai l’unica cosa che li tiene coesi è quella di posticipare scadenze e decisioni. E’ più evidente che mai l’incapacità del presidente eletto dai cittadini nel riuscire ad essere sintesi e guida della sua maggioranza così come sempre più evidente risulta invece l’influenza di chi ne è regista ed azionista sì ma esterno. I guai di quest’amministrazione, nel mentre certifica i problemi ed il fallimento di una coalizione nata per vincere ma non per governare, può paradossalmente essere ancora un concreto presupposto di rilancio d’immagine politica di qualcuno che non fa affatto bene il proprio mestiere ma lo maschera mettendo il cappello laddove non ne ha titolo. Il limite del presidente legittimo eletto dai cittadini è riposto proprio in questa strutturale debolezza politica congenita”.