Chieti. “Per avere una idea chiara e per accertare la verità sui conti dell’Ente, è necessario procedere ad una revisione, voce per voce, dei residui attivi e passivi presenti sul Conto Consuntivo 2010 approvato di recente dal Consiglio Provinciale”.
E’ questa la proposta, a sorpresa, del senatore Tommaso Coletti, presidente della Provincia di Chieti da luglio 2004 a giugno 2009 e da circa due anni al centro delle polemiche per i presunti debiti lasciati dalla sua amministrazione.
“Il Conto Consuntivo 2010 presenta una mole eccessiva di residui, sia attivi che passivi – continua Coletti – per questa ragione chiederemo la convocazione della competente Commissione Consiliare per esaminare, nel dettaglio, tutte le poste residuali, la loro origine e le ragioni per le quali permangono tutt’ora. Residui attivi per complessivi 107 milioni di euro, somma che deve rientrare alla Provincia, accertata con documenti alla mano negli anni scorsi e non ancora riscossa, così come il residuo passivo complessivo, totale somme impegnate e non spese, per un importo di 122 milioni di euro, sono elementi turbativi del risultato complessivo della situazione economica e finanziaria dell’Ente. Una revisione voce per voce sia dei residui attivi che dovrebbero essere tutti reali ed esigibili perchè accertati dai dirigenti con documenti alla mano – conlcude Coletti – sia dei residui passivi, molti risalenti ad una decina di anni or sono e non più necessari che bloccano delle somme altrimenti disponibili, sicuramente comporterà delle sorprese, alcune anche negative, ma nel complesso, ritengo, darà una risposta positiva alle problematiche che l’Ente si trova ad affrontare e che spesso, per coprire le incapacità degli attuali amministratori, vengono amplificate artatamente”.
“Sarebbe un’iniziativa coraggiosa e coerente con quanto emerso dalla recente assemblea nazionale indetta dall’UPI, a Roma, dove oltre ad un forte contrasto di merito adl DDL costituzionale di soppressione, sono venute fuori proposte concrete su un complessivo riordino dell’architettura istituzionale, ambiti di competenza e confini di potestà delle Province ma anche la possibilità di utilizzare le poste di bilancio iscritte nei residui passivi non più esigibili da terzi”. Questo è il commento del capogruppo del Pd, Camillo D’Amico, che conclude dicendo: “Si potrebbero mettere in circuito circa 200 mila euro annui che verrebbero utilizzati per manutenzioni stradali, delle scuole, percorsi fluviali ed altro ancora ponendo a soluzione problemi che si trascinano avanti da tempo dando una scossa all’economia e al lavoro”.
La replica dell’assessore provinciale al Bilancio Alessio Monaco. “La Commissione consiliare competente non può essere chiamata ad effettuare alcun accertamento dei residui perché nel momento in cui approva gli atti di Bilancio, essi già contengono il quadro generale della situazione finanziaria dell’Ente, compresi i residui attivi e passivi. La verità è che ciò che oggi l’ex Presidente Coletti vuole far passare come una proposta, è il tentativo di nascondere sue precise responsabilità: la sua amministrazione avrebbe infatti potuto e dovuto fare ciò che lui oggi chiede, e invece non ha fatto. Come emerge dai documenti, la sua Amministrazione si è concentrata esclusivamente nel produrre avanzi di amministrazione di dubbia quantificazione che sono stati integralmente spesi, oltre a creare debiti fuori bilancio che porteranno la Provincia al dissesto. Le idee sui conti dell’Ente sono così chiare – per rispondere a Coletti – che anche il Consuntivo 2010 si è chiuso con un disavanzo di amministrazione ereditato di oltre 5 milioni di euro. Ricordo al consigliere Coletti che un’attenta analisi dei residui attivi e passivi sta già portando ad accertare una situazione ancora peggiore per le finanze della Provincia e questa volta non ci limiteremo a riconoscere i debiti ma chiederemo conto a chi li ha creati. Quanto alle affermazioni del capogruppo D’Amico, escluso l’errore di stampa, probabilmente confonde ancora gli euro con le lire dal momento che i 200 milioni di cui favoleggia rappresenterebbero il bilancio di cinque anni di amministrazione. E non potrebbero certo essere economie di bilancio!”.
Francesco Rapino