Inizia così la lettera aperta del Cittadino Governante per sindaco, gruppi consiliari, Comitati di Quartiere e cittadini per la difesa del nosocomio giuliese.
“Il nostro ospedale – aggiunge l’associazione – è un bene prezioso e irrinunciabile per gli abitanti di Giulianova, della costa teramana (che durante l’estate ha una importante presenza turistica) e del suo immediato entroterra, per l’importante funzione che ha sempre svolto e per la sua strategica posizione. Meriterebbe maggiore attenzione nelle scelte politiche regionali e provinciali che dovrebbero essere guidate dalla volontà di garantire al nosocomio giuliese condizioni ottimali in termini strutturali, di personale e di attrezzature. Dovrebbe essere uno dei due ospedali per acuti della provincia di Teramo, più precisamente un ospedale di primo livello (ospedali previsti per bacino di utenza fra i 150.000 e i 300.000 abitanti) e come tale non solo dovrebbe vedere riaperti i reparti chiusi negli anni passati come Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Urologia, ma acquisirne di nuovi come Neurologia e Oculistica, oltre all’Osservazione Breve Intensiva accanto al Pronto Soccorso, tutti previsti dagli standard per gli ospedali di primo livello”.
Nuovo ospedale? Per il Cittadino Governante l’ennesima ‘promessa non mantenuta’: “siamo invece da molti anni di fronte ad una preoccupante condizione di oggettivo disinteresse da parte di chi si occupa delle scelte di politica sanitaria riguardanti l’ospedale di Giulianova; disinteresse che ha portato, e sta ancora portando, alla chiusura o al ridimensionamento di vari reparti e servizi, alla carenza degli organici medici e paramedici (persino nelle figure mediche apicali), ad attrezzature insufficienti o obsolete. Da tempo immemore i governi regionali, di qualsiasi colore politico, promettono nuovo ospedale, ristrutturazione dell’esistente, incremento del personale, attrezzature più moderne, ma i deludenti risultati sono sotto gli occhi di tutti! Addirittura, ora, paradossalmente, da una parte si forniscono rassicurazioni in merito ai finanziamenti per un nuovo ospedale a Giulianova e dall’altra si viene a sapere che la direzione della ASL di Teramo ha commissionato uno studio di prefattibilità per l’ospedale unico provinciale, scelta condivisa, e forse suggerita, dal Governo regionale. Ce lo fa sapere lo stesso sindaco Mastromauro in un comunicato dell’8 novembre quando dichiara testualmente: “Oggi l’assessore, che più volte è venuto a Giulianova rassicurandoci, mi dice invece che è tutto bloccato perché la ASL di Teramo deve fargli sapere in cosa consti il progetto dell’ospedale unico…”. Lo ha confermato l’assessore regionale alla Sanità Paolucci che il 10 novembre ha dichiarato al Centro: “Mi sembra assolutamente condivisibile la tesi di riorganizzare le infrastrutture di edilizia sanitaria in provincia di Teramo e concentrarle in un unico presidio”. Lo hanno avvalorato diversi esponenti politici – sia di centro-destra che di centro-sinistra – che danno per acquisita la scelta dell’ospedale unico provinciale e discutono ormai di dove ubicarlo. Campanilisticamente chi lo tira di qua, chi di là, ma va da sé che Teramo non rinuncerà mai ad averlo sul proprio territorio”.
“Il sindaco – precisa l’associazione – ha affermato che il nuovo ospedale di Giulianova e l’ospedale unico sono due cose distinte e cioè che il nuovo ospedale di Giulianova si farà comunque e prescindere dall’ospedale unico. Noi riteniamo che non sia affatto così. Lo smentisce quanto detto il 6 novembre sul Centro dal direttore generale della ASL di Teramo Roberto Fagnano: ‘L’idea a cui si sta lavorando riguarda la sostituzione dei tre ospedali esistenti a Giulianova, Atri e Teramo con un ospedale unico baricentrico’. Quindi Giulianova in futuro non avrà più l’ospedale e non ce l’avrà nemmeno al confine, perché, alla fine la spunterà Teramo, in quanto capoluogo. E semmai dovesse rimanere un presidio ospedaliero a Giulianova non potrebbe che essere un ospedale di base che per legge è costituito solamente dal Pronto Soccorso e dalle specialità di Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia, Radiologia, Laboratorio: sarebbe quindi un ospedale dimezzato rispetto a quello attuale, che a sua volta è già dimezzato rispetto all’importante realtà ospedaliera giuliese degli anni 70-80-90! Ma visto che è stato già deciso che l’ospedale di Sant’Omero resterà aperto, noi crediamo che anche questa ipotesi minimale sia molto remota”.
Davanti alla prospettiva dell’ospedale provinciale unico e a tutto quello che comporterebbe, Il Cittadino Governante ritiene che “onde evitare il peggio per la sanità giuliese e del territorio limitrofo si debbano unire tutte le forze politiche ed istituzionali, in raccordo con la forte domanda che viene dalla cittadinanza, con l’obiettivo comune di difendere e potenziare l’ospedale giuliese e la sanità sul territorio. Occorre rivendicare con forza il diritto di dire la nostra e di contare come Città di fronte a scelte strategiche riguardanti il futuro di tutta la sanità teramana. Per essere incisivi è necessario, però, prima definire una piattaforma di richieste razionale, responsabile, realistica e convincente da presentare al governo regionale ed alla ASL, parlando un linguaggio univoco, col sostegno di tutta la popolazione. I punti su cui incardinarla, sarebbero: in provincia non basta un ospedale unico: già adesso (nonostante altri presidi ancora aperti) quello di Teramo non regge la domanda esistente. Nella provincia occorrono due ospedali per acuti: uno di primo livello a Giulianova, luogo strategicamente collocato in maniera baricentrica sulla costa teramana e molto ben collegato con le altre località; l’altro di secondo livello a Teramo, magari complementare a quello dell’Aquila; per conseguire tale risultato occorre che tutti i politici e le forze politiche sappiano parlare lo stesso linguaggio a Giulianova come ad Atri o a Sant’Omero, cioè che sappiano parlare un linguaggio scevro da campanilismi; la domanda dev’essere chiara: a Giulianova non si possono chiedere risorse per la ristrutturazione dell’ospedale esistente e contemporaneamente fondi per la costruzione del nuovo ospedale. O l’una o l’altra”
La scelta migliore, secondo l’associazione giuliese, è ristrutturare e mettere a norma l’esistente (su cui recentemente sono già stati fatti costosi interventi): “si farebbe prima (si pensi a quanto tempo occorrerebbe per reperire tutti i fondi necessari, per la progettazione e per la realizzazione), costerebbe meno, non necessiterebbero nemmeno tutte le risorse stanziate con l’art. 20, non sarebbe necessario ricorrere al project financing, né alle alienazioni. Proponiamo quindi di tenere una riunione in Comune con la presenza del sindaco e di tutti i capigruppo per lavorare intorno alla definizione di un’incisiva piattaforma di richieste inerenti l’ospedale e la sanità giuliesi nell’ambito di quella teramana da presentare alla cittadinanza e poi, forti delle argomentazioni, sostenere con determinazione di fronte alla Regione e alla ASL di Teramo”.