Pescara. Torna il caldo e tornano i problemi nel laghetto della Pineta D’Avalos. Due anni fa “l’emergenza botulino”, che si scatenò dalla reazione delle alghe alle alte temperature e che causo la morte di decine di volatili acquatici. Oggi, a quanto dicono i consiglieri comunali Pd Blasioli e Marchegiani, l’emergenza è tornata.
L’allarme viene dopo un sopralluogo alla Pineta D’Avalos, che porta i due democratici ad affermare che ad oggi gli interventi messi in campo per bonificare lo scrigno d’acqua non hanno sortito alcun effetto”. Per i due consiglieri, infatti, la presunta ripresentazione del germe del botulino sarebbe da accreditare non solo al caldo eccessivo di questi giorni, ma anche alla “mancata manutenzione del bacino idrico”. Dopo l’emergenza di due anni fa, infatti, lo scorso anno l’amministrazione Mascia mise in atto interventi di manutenzione costati al Comune diverse migliaia di euro, tesi a ripristinare l’equilibrio ambientale dell’area, anche attraverso la pulizia costante del canale di scolo; una condotta “presentata dall’assessore Ricotta come la soluzione di tutti i problemi del laghetto”, affermano Paola Marchegiani e Antonio Blasioli, che continuano, “condotta ad oggi ci risulta non funzionante e, a quanto pare, non è servita ad altro che a far tagliare le radici dei pini secolari della riserva, che ancora oggi rischiano di cadere”.
I risultati sarebbero sotto occhi e nasi di tutti coloro che visitano il parco: un disgustoso olezzo (ormai tipico delle rive del lago in questo periodo). “Odore di putrefazione, che arriva in particolare dalla parte sud”, specificano Blasioli e Marchegiani, “dove l’acqua è stata totalmente oscurata da un tappeto di alghe morte che galleggiano in superficie”, come foto riportano. Ai due consiglieri, alcuni cittadini avrebbero raccontato di aver visto galleggiare sull’acqua delle tartarughe e delle carpe morte: “E adesso la paura è che si possa determinare una nuova moria di anatre, come quella del 2009”, chiosano.
Come non bastasse, altri episodi degradanti arricchiscono la Riserva naturale intitolata al Vate: nella parte prospiciente via Pantini, dove la recinzione è ancora rotta e i cocci stazionano a terra, visibili fra l’erba sono ammucchiati numerosi preservativi, probabili residui della prostituzione frequente in zona nelle ore nottune; spaccati anche i tombini che circumnavigano lo stesso lago, spaccate le giostrine per i bambini e i bagni pubblici. Bisognerebbe mettere in campo azioni concrete e davvero risolutive, e non solo interventi tappabuchi, che hanno l’unica funzione di restituire un decoro solo apparente alla nostra Pineta. Per poter risolvere davvero il problema l’amministrazione deve urgentemente portare all’approvazione del Consiglio Comunale il Piano di Assetto Naturalistico, strumento indispensabile per risanare il laghetto e per usufruire di fondi FAS per l’eliminazione dei detrattori ambientali”, concludono Blasioli e Marchegiani.
{webgallery}stories/media2010/pescara/pinetalagoinquinato{/webgallery}
Daniele Galli