Venerdì scorso fu il consigliere rifondarolo Maurizio Acerbo a mettere sul tavolo le carte di un piano particolareggiato che iniziava a subire modifiche nella zona portuale. Quella zona dove permangono due “ex aree”, quella Cofa, del vecchio mercato orfotrutticolo, e quella Di Properzio, dove una volta sorgevano gli enormi silos di stoccaggio del carburante che veniva scaricato in porto per conto della ditta privata che ha, poi, messo l’area nelle mani del Comune. Acerbo criticava alle modifiche al Piano regolatore la scelta di “destinare gran parte della quota di volumi residenziali previsti in quelle aree ad edilizia residenziale pubblica. In questa maniera il valore delle aree farebbe un balzo notevolissimo e anche i margini di profitto per i costruttori., cancellando una previsione del passato che consentirebbe di realizzare case a prezzi più bassi per i cittadini (edilizia convenzionata ndr. )”. Sulla stessa onda interviene oggi, in una nota, il capogruppo regionale Idv Carlo Costantini: “La storia urbanistica recente di Pescara ci ricorda che in alcuni specifici casi i ‘volumi residenziali privati’ si spostano sulle cartografie dei piani regolatori, fino a collocarsi dove qualcuno aveva previsto dovessero collocarsi”, ironizza, “ma mai mi era capitato di vedere spostarli da una proprietà pubblica (area ex Di Properzio, di proprietà comunale) ed un’altra proprietà pubblica (area ex COFA, di proprietà della Regione)”.
Costantini riprende la polemica del collega in Comune, Adelchi Sulpizio, che aveva denunciato, con Acerbo, come “la cessione incondizionata dell’area alla Camera di commercio, senza conoscere cosa l’ente vuole realizzare, si nascondano i soliti interessi speculativi, per costruire centinaia e centinaia di metri cubi residenziali”. “Mai avevo visto l’Ente pubblico che in materia urbanistica ‘dà le carte’ (il Comune), trasferire ‘volumi residenziali privati’ sulla proprietà di un altro Ente pubblico (la Regione), privandosene gratis e di fatto regalandoli”, continua Costantini.
Sullo sfondo, palesemente, interessi speculativi edilizi: “Certo, appartamenti vista mare o, addirittura, ‘vista porto turistico’, avrebbero un valore triplo o quadruplo, rispetto ad appartamenti realizzati dove prima sorgevano i serbatoi di carburante, ma pensavo sinceramente che le decisioni del Comune vincolassero il mercato immobiliare di una Città e non il contrario”. Il solo modo in cui a Costantini tornerebbero i conti sarebbe il seguente: “Il Comune di Pescara, dopo aver scritto delle regole che prevedevano un determinato rapporto tra volumi di edilizia residenziale pubblica e privata ora – a partita ampiamente iniziata – si accinge a stravolgerlo, a vantaggio dell’edilizia residenziale privata ed a scapito dell’edilizia residenziale pubblica, ecco che i conti tornano tutti. Tornano tutti i conti, ma tornano solo per i pochi fortunati che avranno la possibilità di infilarsi nella gestione di questo affare; non certo per i cittadini e la Città di Pescara, sacrificati per l’ennesima volta agli interessi di pochissimi. Ma un altro conto torna alla perfezione: alla Regione non conviene più vendere le aree ex Cofa; meglio aspettare che le scelte mirate di chi governa la Città di Pescara ne triplichino definitivamente il valore e far sì che il corrispettivo in denaro entri tutto esclusivamente nelle sue casse disastrate. La Regione ne ha molto più bisogno della Camera di Commercio di Pescara”, conclude.
Daniele Galli