Pescara. Davanti al prefetto Vincenzo D’Antuono, la ditta Nicolaj e il Responsabile unico del Procedimento per il Provveditorato alle Opere pubbliche Luigi Minenza si sono impegnati per far riprendere il dragaggio del porto canale di Pescara mercoledì prossimo, 27 aprile.l’impegno assunto stamane.
L’impresa belga incaricata dei lavori e il Provveditorato dovranno completare l’escavazione dei 7mila metri cubi di materiale già autorizzato, nell’attesa che arrivi l’autorizzazione regionale per i rimanenti 10mila metri cubi già finanziati. Il Comune vigilerà sul rispetto di tale data con un avvertimento chiaro: “se mercoledì prossimo non vedremo la ripresa dei lavori presenterò subito una formale denuncia per interruzione di pubblico servizio”, ha detto stamane il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nel corso del vertice sull’emergenza dragaggio convocato dal Prefetto D’Antuono e al quale hanno preso parte, tra gli altri, anche il Presidente della Camera di Commercio Daniele Becci, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Galanzi, il questore Paolo Passamonti, i rappresentanti della Guardia di Finanza, il Comandante della Direzione Marittima Pietro Verna, i dirigenti della Regione Abruzzo, il dottor Ferrandino dell’Arta e l’assessore provinciale Lattanzio, oltre all’imprenditore Luca Nicolaj e al Rup Minenza.
“Da questo momento non consentiremo più il teatrino al quale abbiamo assistito sino a oggi, con un rimpallo di competenze continuo, un teatrino che ha stancato la città, le autorità locali e la stessa marineria”, aggiunge Mascia. Le due ore di incontro sembrerebbero aver prodotto risultati e soprattutto impegni chiari, a partire dalla costituzione di una ‘cabina istituzionale di verifica’, e non di regia, “visto che le competenze comunque fanno tutte capo al Provveditorato”, prosegue il sindaco, “una cabina che, su mia precisa ed esplicita richiesta, è stata trasformata in un Tavolo permanente.
Provveditorato e Nicolaj hanno poi spiegato che l’ultima, ennesima, sospensione dei lavori di dragaggio sono stati una conseguenza derivante dal sequestro della discarica di Moscufo operata qualche giorno fa: in sostanza è emerso che i fanghi dragati vengono sottoposti a un doppio trattamento, il primo subito dopo l’estrazione, si svolge all’interno del mulino giunto dal Belgio e installato sul molo di levante, nel porto canale; subito dopo i materiali trattati vengono portati alla discarica di Moscufo, capace di ospitare al massimo 2mila metri cubi di fanghi, dove c’è il secondo trattamento con la separazione della sabbia dal cake, ossia dalla parte bituminosa dei fanghi che poi viene riutilizzata come riempimento nei lavori stradali. Quando la discarica di Moscufo è stata sottoposta a sequestro per delle irregolarità riscontrate nello smaltimento del materiale, il Provveditorato ha sospeso il dragaggio non disponendo di un’area alternativa sufficientemente ampia in cui stoccare tutto il prodotto dell’escavazione. Oggi, in seguito al parziale dissequestro dell’impianto, che ha di fatto garantito l’utilizzo della discarica di 2mila metri cubi, il Provveditorato si è impegnato a riprendere per mercoledì prossimo, 27 aprile, il trattamento dei fanghi già dragati e stoccati sulla banchina, mentre la stessa impresa Nicolaj si è impegnata a riprendere, sempre mercoledì 27 aprile, il dragaggio della darsena. Tuttavia entrambi hanno detto che il pontone lavorerà quotidianamente solo dodici ore su ventiquattro, perché tanto il macchinario giunto dal Belgio può trattare solo 300 metri cubi di materiale al giorno, dunque è inutile dragare una quantità maggiore di fanghi. “Comunque, pur mantenendo l’attuale cronoprogramma, Provveditorato e impresa hanno confermato di riuscire a terminare le opere entro i termini dell’appalto, fissati per fine giugno”, sottolinea Mascia, “una data che il Comune ha di nuovo chiesto di anticipare per non interferire con la stagione balneare”. Intanto, dei 7mila metri cubi autorizzati, sono già stati dragati 2.700 metri cubi; resta in sospeso l’autorizzazione di Via per i rimanenti 10mila metri cubi, che la Regione Abruzzo ha vincolato alla ripetizione della caratterizzazione dei fondali per verificare la qualità dei fanghi. E nel merito si è stabilito un ulteriore Tavolo tecnico che consentirà un’interlocuzione diretta tra impresa, Ministero dei lavori pubblici, Direzione dei lavori, Regione Abruzzo e Arta, un Tavolo voluto e istituito direttamente dal Prefetto, che dovrà gestire e governare il percorso dei 10mila metri cubi, che comunque farà da preludio alla terza tranche del dragaggio che sarà finanziata con l’anticipo dei fondi Fas dalla Regione Abruzzo con 2 milioni di euro, operazione che interesserà in modo esclusivo e specifico l’asta fluviale. Ora dovranno essere Arta, Regione e Provveditorato a chiarire, in tempi rapidissimi, come e dove effettuare le caratterizzazioni e a decidere come trattare e smaltire la nuova partita dei fanghi, caratterizzazioni che dovranno essere eseguite entro un massimo di 7-10 giorni, perché è chiaro che la problematica delle analisi dei materiali è la madre di tutti i problemi: se oggi il materiale dovesse risultare meno inquinato di prima, è evidente che si ridurrebbero anche i costi di smaltimento. “Non solo, aggiunge il primo cittadino, “oggi ho preteso e ottenuto che il Tavolo odierno diventi permanente e torni a riunirsi ogni 15, 20 giorni al massimo, per effettuare verifiche sullo stato dell’arte, procedere per step seguendo passo passo la vicenda e accertarci che tutti gli Enti interessati stiano facendo la propria parte.
Nel frattempo dovrebbe svolgersi mercoledì prossimo, 27 aprile, anche il vertice con il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Matteoli annunciato dal Presidente della Regione Abruzzo Chiodi, anche se sino a oggi non è arrivata in Comune alcuna convocazione formale. “Con il Ministro Matteoli intendiamo aprire un’interlocuzione sugli interventi infrastrutturali destinati al nostro porto: innanzitutto” ha detto il sindaco Albore Mascia”, abbiamo saputo che il Provveditorato dispone di un fondo di 15milioni di euro l’anno destinati ai porti di Lazio, Marche e Abruzzo. Al Ministro potremmo chiedere di destinare una quota del fondo, ossia 5milioni di euro, a Pescara e potremmo utilizzare la somma per svuotare la vasca di colmata del molo di levante, effettuare gli interventi di coibentazione necessari e disporre di una nuova area di stoccaggio immediatamente disponibile. Quindi potremmo chiedere un contributo per dare esecutività a una parte del Piano regolatore portuale, stralciando il progetto inerente la realizzazione del nuovo braccio a nord dello scalo destinato all’ormeggio dei pescherecci. Ovviamente si tratta di avviare un’operazione di lobby sulla quale chiederemo il supporto di tutti gli Enti interessati, Regione, Provincia e parlamentari abruzzesi. E’ evidente che da questo momento non ammettiamo più errori né ritardi: vigileremo sulle date e le scadenze fornite e se il 27 aprile non vedremo ripartire il dragaggio presenterò subito una denuncia per interruzione di pubblico servizio perché è evidente che sull’emergenza del porto canale si sta giocando un problema di ordine pubblico e sociale ormai non più tollerabile”.