Chieti, Teatro Marrucino a rischio chiusura: la protesta di CasaPound

Chieti. ‘Il PD e D’Alfoso odiano Chieti – il teatro non si tocca’, questo lo striscione esposto dai militanti di CasaPound di fronte al Teatro Marrucino per protestare contro il vergognosi taglio dei finanziamenti da parte della Regione Abruzzo verso il principale teatro del centro Italia, all’approssimarsi del suo bicentenario.

 “È indescrivibile lo sdegno che proviamo – spiega Francesco Lapenna, responsabile cittadino di CasaPound – non solo la Regione stanzia meno del 25% dei fondi che servirebbero per tutti i teatri presenti sul territorio abruzzese (880.000€ in bilancio contro i 4 milioni necessari), ma si permette di affossare il Teatro Marrucino, l’unico teatro lirico e di tradizione di tutto il centro Italia lasciando addirittura in forse i già miseri 40.000€ promessi e mettendo così rischio l’intera stagione teatrale”.

 “Crediamo che l’intento del signor Luciano D’Alfonso – prosegue la nota – presidente della Regione Abruzzo con delega proprio alla Cultura, sia tanto evidente quanto vergognoso: depotenziare quanto più possibile Chieti colpendola al cuore: il suo Teatro, ormai unico fiore all’occhiello di questa disgraziata città , causando danni incalcolabili alla produzione di cultura sul territorio e al prestigio di un teatro che nel 2018 festeggerà, anche se a questo punto si dovrebbe forse usare il condizionale, i 200 anni di attività.”

 “Chiediamo a tutti i teatini – conclude Lapenna – di protestare insieme a noi nella maniera più dura possibile. Se, come è evidente, il PD e D’Alfonso odiano questa Città e tutto ciò che di buono ancora vi sopravvive, devono sapere che ci sono teatini che non si arrendono, che non piegano la testa e che sono pronti a combattere per Chieti e per le sue eccellenze, tra cui svetta proprio il Teatro Marrucino, principale teatro della costa adriatica tra Bari e Macerata e motore trainante dell’intera opea teatrale abruzzese. Una ricchezza non solo di Chieti ma di tutto l’Abruzzo, che non merita una fine tanto ingloriosa solo per la malevolenza e l’incapacità del Presidente della Regione e dei suoi compagni di partito.”

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