Chieti. Una consulta provinciale dell’economia e del lavoro per una soluzione alla vicenda della Golden Lady di Gissi. È quanto richiesto da Camillo D’Amico, capogruppo del Pd al Consiglio Provinciale, a Enrico Di Giuseppantonio.
Stando, infatti, alle ultime voci, la proprietà non sarebbe più interessata alla proposta avanzata d’insediare sullo stabilimento un centro commerciale che, anche se di difficile realizzazione, rappresentava comunque una volontà a non voler abbandonare produttivamente il territorio . Inoltre, parrebbe che la proprietà abbia iniziato a spostare i macchinari in altri siti produttivi dando corso concreto alla più volte annunciata delocalizzazione.
“Inutile dire” tuona D’Amico “che bisogna presto agire e reagire con una forte iniziativa politica ed istituzionale che stani la proprietà e palesi la sua reale volontà su cosa voglia fare dello stabilimento che, a parer mio, può essere un utile elemento per creare anche una nuova cordata imprenditoriale che abbia un progetto serio, realizzabile e concreto ed ove il sito può essere messo come “pegno” per un’effettiva permanenza. Nessun progetto imprenditoriale va aprioristicamente rifiutato ma valutato con debita attenzione ed approfondito per l’attendibilità circa la tenuta dei livelli occupazionali e la capacità d’investimento successivo si possa realizzare”.
Per questo motivo D’Amico chiede l’immediata convocazione della “consulta provinciale dell’economia e del lavoro” da tenere possibilmente a Gissi e alla quale andrebbero invitati, nella sua opinione, la proprietà e il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi o suo autorevole delegato. “Anzi” continua il capogruppo Pd, “l’indizione della riunione, dovrà avvenire solo successivamente all’acquisizione delle suddette due disponibilità. Spero tu condivida la mia sollecitazione e ti adoperi in maniera solerte per assecondare questa istanza perché, al già fattivo buon lavoro fatto dal sindacato che ha ben operato pur nella critica situazione dell’azienda e del contesto economico corrente, sono le istituzioni che debbono muoversi e fare sino in fondo e per tempo la loro parte”.