È il segretario regionale dei Socialisti italiani, Massimo Carugno a chiedersi “di chi sono le mani che si posano sull’ex Cofa?”. Un dubbio che nasce dall’esitazione all’acquisto mostrata da tutti i soggetti coinvolti negli ultimi mesi. Con lo scoppiare del caso sulla pericolosità dell’ex Cofa, ambientale e sanitaria, si era posto il problema economico per lo smaltimento dell’amianto contenuto nelle coperture in eternit dei capannoni. “Nessuno si dichiara in grado di bonificare l’area e la vendita appare come l’ultima panacea, quasi una scelta obbligata”, afferma Carugno, considerando che “per la sola bonifica dall’amianto la spesa dei lavori è stimata per oltre 300.000 euro”. Dopo alcuni mesi di polemica tra L’Aquila e Pescara, della bonifica e del rischio amianto non si è poi più parlato ed il tempo è trascorso.
Nel frattempo il Comune nel mese di Ottobre ha formalmente riconsegnato alla Regione Abruzzo, le chiavi della struttura, dopo averne detenuta la gestione per alcuni anni. “In questa primavera 2011, l’idea torna a prendere corpo con gli stessi obiettivi e gli stessi interlocutori”, prosegue Carugno, “Evidentemente i tempi di gestazione sono giusti e si può far ripartire la proposta: acquisto di circa 25mila mq di terreno a 10 milioni 291mila euro, ai quali naturalmente andrebbero detratte le spese per la bonifica dall’amianto. Quindi, circa 10 milioni, che tradotti in cifre al dettaglio significano: 400,00 euro a mq! Una vera e propria svendita: saldi di fine stagione”, esclama in una nota.
Carugno si basa su “più di qualche rumors riportanti che l’operazione dovrebbe essere fatta senza atti di evidenza pubblica, ovvero a trattativa privata”. Da qui, una lista di domande da parte del socialista: “Come mai la Camera di Commercio insiste nell’acquisto di quest’area senza che, almeno ufficialmente, abbia alcun progetto specifico da realizzare ? Si intenderà chiedere il cambio di destinazione d’uso delle aree o proporre qualche accordo di programma per realizzarci residenze fronte mare? Si vorranno realizzare strutture recettive? Strutture dedicate al terziario turistico? O cos’altro? Non sarebbe opportuno che la Camera di commercio di Pescara, nel suo ruolo di Ente Pubblico e non potendosi trasformare in imprenditore, facesse conoscere alla Città ed agli Abruzzesi come intende procedere e le finalità di tale ipotetico acquisto dell’area? Il Comune di Pescara conosce i reali intendimenti che sottintendono a tale operazione ed ha già assicurato informalmente di disporre eventuale variazione della destinazione d’uso dell’area ex Cofa?”
Polemica fatta di punti interrogativi, che rimbalza dal capoluogo adriatico a quello aquilano: “La Regione Abruzzo, che per obbligo di bilancio licenzia i medici e chiude gli Ospedali, realmente intende ‘regalare’ un’area di alto pregio come quella dell’ex- COFA senza alcuna asta pubblica, creando un enorme danno erariale ed alla collettività pescarese ed abruzzese?”
In attesa di risposte, i Socialisti sostengono già da ora che “per il bene della comunità pescarese si devee mantenere la destinazione e l’utilizzo pubblico dell’area, scongiurando ed evitando operazioni speculative di privati.
Daniele Galli