“Bisogna mettere al centro la necessità di una governance di area vasta che coinvolga tutti i soggetti in campo” dicono Paolucci, Castricone e Casciano, “per questo abbiamo giudicata inadeguata la proposta di una nuova realtà municipale che comprendesse i comuni di Pescara Montesilvano Spoltore. Non perché la considerassimo una fuga in avanti: al contrario perché ci sembra un passo indietro. Mette nuovi recinti, quando si tratta di ragionare in una dimensione più larga. Incasella e costruisce confini quando invece si tratta di immaginare come voi giustamente avete scritto Pescara come città relazionale, come città dei flussi, e con essa l’intera area urbana. Far ripartire l’area urbana di Pescara e Chieti non deve essere né pensato né percepito nella sua concretezza come contrapposizione al resto della regione, ma anzi va pensato come un’opportunità al servizio dell’intera regione, come un modo concreto di ricostruire una idea unitaria dello sviluppo della regione. Fare dell’area urbana un sistema strategico di collegamento tra le due sponde dell’adriatico e tra l’adriatico e la sponda tirrenica è nell’interesse di tutta la regione, così come fare dell’asse Tirreno-Adriatico una scelta strategica per tutta la regione, mettere in campo una programmazione e progetti capace di potenziare e migliorare la dotazione infrastrutturale di quest’asse attraverso la nostra regione significa rilanciare anche il ruolo delle aree cosiddette interne, mettere tutto l’Abruzzo in condizione di valorizzare le proprie potenzialità culturali, ambientali, turistiche, produttive. Di nuovo l’Abruzzo con idee e progetti innovativi che guardano al futuro è la sfida che lanciamo”.