Raiano. ‘Un vero e proprio affronto alla storia e alla natura abruzzese, un attacco senza se e senza ma al buon senso e a numerose norme nazionali ed internazionali poste a tutela di beni culturali, paesaggistici e naturalistici’.
E’ questo il commento di Stazione Ornitologica Abruzzese, LIPU, Altura e Salviamo l’Orso ad una delle scelte contenute nel progetto TOTO sulle autostrade abruzzesi, quella di “sfondare” le pareti delle meravigliose Gole di San Venanzio per attraversarle da parte a parte con un viadotto, devastando uno dei paesaggi di maggior pregio dell’Abruzzo.
‘E oltre alle Gole l’attuazione di questo progetto comporterebbe la distruzione ambientale e paesaggistica di diversi altri siti, inclusi in parchi nazionali e regionali e in riserve naturali che caratterizzano il paesaggio e l’ambiente dell’Abruzzo la cosiddetta “Regione verde d’Europa”.
Pensavamo di averle viste tutte in questi anni ma questo progetto mina alla radice qualsiasi idea di tutela del patrimonio appenninico pur di far fare profitto ad un gruppo imprenditoriale.
Ricordiamo che le Gole di San Venanzio sono in gran parte Riserva naturale regionale e, per la restante parte, Parco naturale regionale. Sono tutelate a livello comunitario essendo classificate quale Sito di Interesse Comunitario per la fauna e la flora nonché Zona di Protezione Speciale con la nidificazione dell’Aquila reale e di una specie prioritaria, il Lanario. Ci sono Beni culturali come l’Eremo di San Venanzio e l’acquedotto romano. Insomma, un concentrato di valori unici.
L’approvazione da parte di un tavolo “interdisciplinare” del progetto ha volutamente ignorato la parte naturalistica perché sa benissimo che altrimenti avrebbero dovuto evidenziate i valori dei beni comuni la cui integrità è messa in pericolo dal progetto. Sarebbero emersi decine di vincoli da superare. Così si preferisce costruire la “rete” degli interessi favorevoli per mettere tutti davanti al fatto compiuto.
Ricordiamo che le norme comunitarie impongono di esaminare preliminarmente e non “a posteriori” l’incidenza degli interventi su fauna e flora protetti. Le scelte devono basarsi sulla valutazione consapevole di cosa c’è sul campo e non cercare di adattare ex post l’ambiente ai progetti con il risultato che alla fine a pagarne le conseguenze sono i valori naturalistici e paesaggistici’, insistono nella nota.
‘Chiediamo al Presidente d’Alfonso se è pronto a sacrificare sull’altare degli interessi del Gruppo TOTO il futuro dell’Abruzzo e dei suoi beni comuni finora rimasti intatti. Ci chiediamo come possa fare a difendere e a supportare un progetto dove si massacrerà una delle valli più note dell’Appennino per un progetto faraonico e del tutto inutile, se non per le casse del privato.
Ci batteremo con tutte le nostre forze per evitare questo gravissimo svilimento del nostro territorio. Stiamo continuando ad esaminare il progetto e presto avremo il quadro completo della devastazione che potrà arrecare al territorio. In ogni caso già solo esaminando questa sezione del tracciato diventa chiaro lo sfacelo che porterebbe al nostro patrimonio’, si afferma in conclusione.