Pescara. È l’argomento del giorno: il ventilato aumento della tariffa per il parcheggio nell’area di risulta dall’attuale euro e mezzo a 2,50 euro. Una notizia che fa tremare polsi e portafogli dei pescaresi, mentre opposizione e commercianti si scagliano contro il Comune e l’assessore alla Mobilità Fiorilli.
Ma se l’aumento riguardante l’area di risulta è solo ventilato, già esecutivi sono gli aumenti sulle altre zone della città. Questo è quanto riporta una delibera della Giunta che, nello stabilire l’istituzione di una nuova area con 27 stalli di sosta in via Spiga, applica queste tariffe per i giorni feriali, dalle 8:00 alle 20:00: 50 centesimi per la prima mezzora, 1 euro per la prima ora o frazione, 10 centesimi ogni sei minuti successivi alla prima ora; e nella delibera si legge che “tali tariffe, modificate a favore dell’utente solo nella parte relativa al frazionamento dei costi successivamente alla prima ora, saranno applicate a tutti i parcheggi cittadini con pagamento ad ore, sia con parcometri che con tagliandi”. Ciò vuol dire che su tutte le strisce blu in città a cronometro, parcheggiare due ore costerà un euro in più.
Una conferenza stampa sul tema è stata tenuta stamattina dal gruppo Consiliare del Pd: “Questi aumenti sono il fallimento totale della politica dei parcheggi dell’amministrazione Mascia”, ha detto il capogruppo Moreno Di Pietrantonio, “è così che vogliono rilanciare il centro commerciale naturale’”, chiede polemico. Antonio Blasioli invece, assessore alla Mobilità della Giunta D’Alfonso, ha approfondito più argomento legati alla sosta tariffata: “Qual è la politica della sosta che intende adottare Fiorilli? Qui sembra solo che vogliono fare cassa”, esordisce.
I dubbi di Blasioli si fondano sull’incomprensione verso le scelte di Fiorilli. “Se si vuole incentivare il centro commerciale naturale basta aumentare la rotazione delle auto su uno stesso stallo aumentando progressivamente la tariffa, evitando che la stessa vettura sosti su quello stallo troppo tempo; se si vuole disincentivare l’uso dell’auto in centro si impongono prezzi carissimi su tutta l’area centrale, come modalità educativa alla progressiva chiusura del centro cittadino; vogliamo disincentivare l’uso dell’auto come fanno le grandi città? Applichiamo tariffe basse per i parcheggi in struttura incentivando ad andare a piedi o con i mezzi pubblici, e alziamo le tariffe su pubblica strada”, è il ragionamento di Blasioli, “Ma quali sono le finalità che si perseguono a Pescara se le stesse tariffe per le strade centrali si applicano a quelle periferiche o nel nuovo parcheggio di via Misticoni o nello slargo di via Bologna?”, si domanda.
Tattiche che non funzionerebbero, sostiene, perché un cittadino non sarebbe incentivato a lasciare la macchina a Porta Nuova e prendere l’autobus per andare in centro, dovendo pagare in via Misticoni la stessa tariffa del centralissimo corso Vittorio Emanuele. E all’istituzione di nuovi parcheggi a pagamento, come quello in via Bologna, si lega anche un aumento dello smog: “Tra Inps, Comune e Provincia, sono migliaia i dipendenti che lavorano in zona via Bologna e che, per non dover pagare la tariffa appena inserita per la sosta nello slargo, girano a vuoto ogni mattina per cercare un parcheggio gratis facendo alzare il livello di polveri sottili nell’area”. Inoltre, i due parcheggi citati presentano perdite di fatturato. “Per quanto riguarda i 320 posti coperti inaugurati a fine dicembre in via Misticoni”, continua Blasioli, “Fiorilli annunciò la prenotazione di 120 abbonamenti mensili; ma stando ai dati consegnati a noi dal Direttore Generale del Comune, non esiste nessun abbonamento e gli incassi del primo mese sono stati di appena 160 euro, determinando per il Comune una spesa di 5850, quindi una perdita da 5734 euro. Inoltre, Fiorilli al momento dell’inaugurazione annunciò l’apertura notturna dei parcheggi, invece alle 20:00 le poche macchine parcheggiate devono uscire”. Situazione esponenzialmente simile per lo slargo di via Bologna da quando sono state introdotte le nuove tariffe: “Da settembre a dicembre 2010 sono stati fatti zero abbonamenti mensili, spesi 23400 euro per gli stipendi dei dipendenti e incassati 22400: una perdita di 900 euro al netto dell’iva e delle spese di pulizia e illuminazione”, riporta Antonio Blasioli. Una denuncia che si assomma a quella fatta la scorsa settimana dal consigliere Gianluca Fusilli su una perdita da 560mila euro, conseguenza dell’affidamento dei parcheggi a tariffa alla società ‘in house’ Pescara Parcheggi: “Fiorilli fa il gioco delle tre carte”, ironizza Fusilli, “aumenta le tariffe per coprire il buco della Pescara Parcheggi”.
A lamentarsi dei nuovi aumenti sono soprattutto i commercianti. “Dopo il pedaggio sull’Asse attrezzato, ora l’area di risulta. Non è così che si aiuta il commercio pescarese a risalire la china. Questo doppio salasso rischia di vanificare gli sforzi che tutti insieme stiamo facendo per costruire il Centro commerciale naturale”, lo affermano il presidente di Confesercenti Pescara, Bruno Santori, ed il direttore Gianni Taucci. “Siamo consapevoli della necessità di fare cassa da parte degli enti pubblici, Comune in testa,” dicono Santori e Taucci, “ma in questo modo arrivare a Pescara diventa una corsa ad ostacoli. Stiamo lavorando sodo, da anni ed oggi in maniera più spedita con questa amministrazione, affinché ai commercianti pescaresi siano dati gli strumenti per competere, nell’originalità che offre un centro urbano, con i troppi centri commerciali che circondano Pescara. Ma se un consumatore per due ore di shopping deve pagare il pedaggio e poi un parcheggio di 2,50 euro, sceglierà il centro commerciale”. Per questo l’associazione imprenditoriale ha chiesto questa mattina un incontro urgente con gli assessori comunali al Traffico ed al Commercio. «Bisogna ragionare anche all’ipotesi di dividere il parcheggio in due aree, una riservata alla sosta a lungo termine per chi lavora in zona, ed una invece alle soste più brevi ma senza salassi” proseguono i due, “perché in assenza di una valida alternativa all’auto privata, aumentare i costi in questa misura prima di costruire un sistema di trasporto pubblico degno di una città moderna equivale a indirizzare flussi di consumatori verso i centri commerciali”.
Preoccupato per le ripercussioni commerciali anche Carlo Sciarra, coordinatore cittadino dell’Italia dei Valori: “Pedaggio sull’asse attrezzato, multe senza sconti e adesso anche tariffe della sosta breve dell’area di risulta alle stelle. Ecco come l’amministrazione Mascia ucciderà lo storico appeal della nostra città, che ha avuto da sempre una consolidata vocazione commerciale e di svago per tutta l’area metropolitana e non solo”, afferma in una nota.
Cna contro il caro-sosta. Un altro salasso per le tasche dei cittadini, ma anche un colpo deciso alle attività commerciali e artigiane del centro. Senza dimenticare l’aiuto offerto all’inquinamento da gas di scarico, che ha già consegnato alla città un triste primato. Sono critiche a 360 gradi quelle che la Cna di Pescara muove all’aumento annunciato delle tariffe di sosta all’interno del parcheggio dell’area di risulta dell’ex stazione ferroviaria: la stangata dovrebbe scattare dal prossimo mese di marzo, fissando a 3 euro la sosta dell’intera giornata, sempre che la delibera dell’amministrazione comunale abbia il via libera. “Il fatto che l’amministrazione comunale abbia riservato una piccola fetta di 300 posti auto alla sosta breve, con tariffe a partire da 50 centesimi per la prima mezz’ora – ha spiegato il presidente Riccardo Colazilli – produrrà come conseguenza evidente una caccia la posto auto affannosa. Nessuno, infatti, una volta verificata la mancanza di spazi nell’area riservata alla tariffa ridotta, sarà disposto a sborsare 3 euro per una sosta anche di pochi minuti. E non regge neppure la tesi secondo cui la nuova tariffa produrrebbe un risparmio di 50 centesimi per chi opta per la sosta tutto il giorno, visto che si tratta di una minoranza risicata”.
Tra i danni collaterali della caccia al posto, secondo la Cna pescarese, non si può certo dimenticare il contributo all’inquinamento: anziché incentivare la sosta, sarà favorita la messa in moto di centinaia di motori, con tanti saluti all’inquinamento in una città già dai livelli record. Le critiche della confederazione artigiana, tuttavia, investono anche gli aspetti legati all’attuale condizione dei cittadini: «In gergo pugilistico, chi tra pochi mesi deciderà di avventurarsi in direzione del centro città, dovrà patire l’uno-due frutto del pedaggio lungo l’asse attrezzato e dell’aumento delle tariffe dei parcheggi. Così, poi, i richiami al rilancio delle piccole attività commerciali e artigianali del centro diventano solo uno stanco rituale, visto che le misure vanno in tutt’altra direzione. Ovvero, favoriscono la corsa verso la grande distribuzione».
Ancora più sostenuto l’aumento previsto per gli abbonamenti mensili, che passeranno dagli attuali 30 a 35 euro. Un doppio salto mortale, anche in considerazione del fatto che il primo “ritocco” c’era già stato nell’ottobre scorso (da 25 euro a 30): insomma, nel breve volgere di pochi mesi, il prelievo nelle tasche dei cittadini arriverebbe, su base annua, a 120 euro: decisamente un salasso, soprattutto se si pensa che dell’abbonamento usufruiscono pendolari e lavoratori a reddito fisso.
Daniele Galli