Chieti. “Se la decisione sull’insediamento Eni ed il discorso petrolio, in Abruzzo in generale e nella nostra Provincia in particolare, fosse stato chiuso troppo in fretta?” Questa è la domanda che si pone l’assessore provinciale all’istruzione Mauro Petrucci dopo aver sostenuto nei mesi scorsi le ragioni del no a tutela dell’ambiente, del turismo e dell’agricoltura. La mancata partecipazione alla Bit della Regione Abruzzo, la pesante speculazione edilizia, la forte crisi del turismo e dell”agricoltura in provincia. Una situazione drammatica sta colpendo l’Italia e i suoi territori, una crisi che potrebbe aggravarsi una volta avviato il processo di federalismo. Per questo secondo l’assessore regionale sarebbe forse opportuno riaprire un confronto sul programma di investimento Eni.
“Questo non significa, per quanto mi riguarda, aver cambiato improvvisamente idea – ha spiegato Petrucci – per obiettività ed onestà intellettuale vorrei ascoltare anche le ragioni di chi è favorevole. Non possiamo, infatti, ignorare che ad oggi la progettazione, realizzazione e conduzione di impianti a rischio inquinamento possono avvalersi di nuove tecnologie e sistemi di sicurezza efficaci. Così come è innegabile che grossi problemi di inquinamento, che interessano le nostre zone, spesso sono determinati dall’uso sconsiderato e superficiale di fitofarmaci, abbandono dei loro contenitori e di altro materiale inquinante, ecc.. Proviamo a vedere i dati epidemiologici su alcuni tipi di malattie correlati ad alcune zone e territori a vocazione agricola e forse avremo qualche sorpresa. Al contrario, se entriamo, invece, in un’agenzia di viaggio vediamo che una delle mete più frequentate dai turisti è Dubai negli Emirati Arabi Uniti, dove i proventi del petrolio sono stati investiti per costruire, dal nulla, un industria del turismo. In quei luoghi, oltretutto, si sono dovute realizzare artificialmente anche le attrazioni che noi abbiamo già. Quindi, perché scartare a priori una opportunità di investimento, a costo zero per gli abruzzesi, per la realizzazione di un vero porto mercantile ad Ortona, per riqualificare la rete viaria, di infrastrutture e per concordare gli interventi a sostegno dello sviluppo turistico? Senza parlare delle possibilità di utilizzo delle royalties e dei posti di lavori assicurati direttamente e dall’indotto. Sono consapevole che genera più consensi e popolarità dire no. Infatti, alle ultime elezioni regionali è dovuto intervenire direttamente Berlusconi per rassicurare sulla mancata realizzazione del centro oli, ma ripeto, sarebbe opportuno saperne di più per non avere in seguito dei rimpianti. Non sempre le decisioni che trovano il consenso facile sono le migliori e bisogna avere il coraggio di prendere anche le decisioni impopolari”.