Vasto. “Come avevo promesso ho depositato una interrogazione sui fatti accaduti all’inizio del mese di luglio 2016, quando per diversi giorni ed in maniera diffusa, sulla spiaggia del comune di Vasto, sono arenati pezzi di plastica dalla forma indefinita, bottiglie accartocciate, buste, cartoni del latte, nonché rifiuti pericolosi quali siringhe e fialette di vetro”.
Così in una nota Gianluca Castaldi, che aggiunge: “Il comandante l’Ufficio circondariale marittimo di Vasto avrebbe escluso che la provenienza dei rifiuti arenati derivi dalle navi in transito giornaliero nel mare Adriatico (circa 100 navi al giorno) al largo di Vasto; al contrario, il comandante ritiene che i rifiuti riversati sulla spiaggia provengano dai fiumi e dagli scarichi illegali effettuati nei fiumi Sangro e Trigno. Continuo ad avere diverse perplessità Ed allora ho chiesto ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute,e oltre al fatto di essere a conoscenza o meno dei fatti: se si possa escludere in maniera certa la provenienza dal mare dei rifiuti rinvenuti recentemente sulla spiaggia di Vasto; se non intendano, nei limiti delle proprie competenze, promuovere azioni di verifica nei territori fluviali interessati, nonché in mare, al fine di individuare le responsabilità per quanto accaduto; se, rispetto allo stato di decadimento ambientale dei due fiumi interessati ed all’insufficiente strutturazione nei 101 comuni interessati di strumentazione confacente (fognature e depurazione) a trattare i carichi potenziali ed effettivi di origine civile, industriale, zootecnica ed agricola, non intendano promuovere azioni straordinarie di intervento, anche di carattere normativo, per superare le numerose criticità evidenziate; se si possa escludere in maniera certa la provenienza dal mare dei rifiuti rinvenuti recentemente sulla spiaggia di Vasto; se non intendano, nei limiti delle proprie competenze, promuovere azioni di verifica nei territori fluviali interessati, nonché in mare, al fine di individuare le responsabilità per quanto accaduto; se, rispetto allo stato di decadimento ambientale dei due fiumi interessati ed all’insufficiente strutturazione nei 101 comuni interessati di strumentazione confacente (fognature e depurazione) a trattare i carichi potenziali ed effettivi di origine civile, industriale, zootecnica ed agricola, non intendano promuovere azioni straordinarie di intervento, anche di carattere normativo, per superare le numerose criticità evidenziate”.