Chieti, i Giovani Democratici dicono no al nucleare in Abruzzo

marzoliChieti. Con la sentenza n. 33/2011, la Corte Costituzionale ha parzialmente bocciato l’art. 4 del decreto attuativo della legge delega in materia di nucleare. In questo modo viene sancita l’illegittimità di una parte del decreto 15 febbraio 2010, n. 31,  su Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi”, laddove non prevede che la Regione interessata, precedentemente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere sul rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari.

Fermo restando che la decisione finale sulla realizzazione di impianti nucleari sul territorio italiano resta al Governo Nazionale, “la sentenza costituisce un importante indirizzo, un orientamento che restituisce dignità decisionale alle Regioni e conferma il diritto alla autodeterminazione delle popolazioni”. A sostenerlo è Alessandro Marzoli, vice presidente del Consiglio Comunale di Chieti, che aggiunge: “L’ Abruzzo, ed in particolare la provincia di Chieti, devono essere a nostro parere esclusi da qualsiasi ipotesi di localizzazione di siti destinati al nucleare o allo stoccaggio di scorie e materiale radioattivo e per questa ragione chiediamo con forza al presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio ed al sindaco Umberto Di Primio di attivarsi in ogni sede istituzionale e con il Presidente Chiodi affinché, in qualità di  Governatore della nostra Regione, anche a seguito della sentenza n. 33/2011 della Corte Costituzionale, esprima formalmente al Governo parere  negativo in ordine a qualsiasi ipotesi di nucleare in Abruzzo”.

“La salute dei cittadini” conclude “l’ambiente e le economie della provincia di Chieti e dell’intero territorio della regione Abruzzo, territorio ad alto rischio sismico, potrebbero essere penalizzati dall’installazione di stabilimenti per la produzione di energia nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile, di sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e di rifiuti radioattivi. Chiediamo pertanto a tutte le istituzioni di difendere con ogni atto necessario il futuro della nostra terra e delle nuove generazioni abruzzesi”.

Sulla questione nucleare interviene anche il gruppo regionale dell’Italia dei Valori, da tempo protagonista di una iniziativa politica nazionale che tra pochi mesi consentirà a tutti i cittadini di esprimersi attraverso uno specifico referendum. Prima ancora le Regioni dovrebbero far sapere ai propri eletti come si esprimeranno, quando il Governo le chiamerà per sapere se sono disponibili o indisponibili ad ospitare nel proprio territorio una centrale nucleare. “Per questo” si legge in una nota “abbiamo avviato l’elaborazione di una articolata relazione sulla materia, coerente con la nostra nota posizione di contrarietà, da allegare ad una richiesta di convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio Regionale che presenteremo la settimana prossima, all’interno della quale l’Abruzzo dovrà dire con chiarezza un sì o un no alla possibilità  di ospitare centrali nucleari”.

“Una battaglia l’abbiamo già vinta con una raccolta firme straordinaria per la promozione del referendum” aggiunge Giampiero Riccardo, coordinatore regionale IdV Giovani. “Adesso dobbiamo vincere la guerra e dire defiitivamente No alla scellerata decisione del governo di tornare al nucleare. E’ una sfida per il nostro futuro e per la conservazione del nostro territorio”.

 

 

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