L’Aquila. Gli agricoltori dell’aquilano tornano a fare i conti con la dura realtà dei costi di produzione. Le oltre 4.600 aziende agricole della provincia, infatti, devono far fronte a un progressivo e penalizzante incremento dei prezzi di mangimi e prodotti energetici ai quali si aggiungono oneri previdenziali e a carattere burocratico che si ripercuotono inevitabilmente sulla competitività e sui livelli occupazionali.
È quanto sostiene la Coldiretti L’Aquila sulla base degli ultimi dati diffusi da Ismea, che evidenziano come, dal 2000 al 2010, i costi dei fattori produttivi abbiano fatto registrare un tasso di crescita medio annuo pari al 3,7%, mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati mediamente dell’1,5%.
Sulla gestione aziendale hanno inciso soprattutto le voci relative a mangimi ed energia: per i composti destinati all’alimentazione animale l’incremento medio nel 2010 segna +5,4% rispetto all’anno precedente, mentre i prodotti energetici hanno registrato un rincaro del 2,7%, con un punte del +4,7% per i carburanti. Seguono i salari, con variazioni al rialzo dell’1,5%, e gli animali da allevamento (+1,1%). In linea con il dato medio generale l’aumento dei prezzi delle sementi segna +0,5%, mentre gli antiparassitari hanno limitato i rincari a +0,3%. Segnano un andamento in controtendenza invece i concimi, i cui prezzi si sono ridotti su base annua dell’8,3%. Nel solo mese di dicembre l’indice avrebbe fatto registrare un incremento dello 0,7% sul mese precedente e del 4,3% in rapporto allo stesso periodo del 2009.
“Dopo la recente diffusione dei dati relativi alla flessione consistente registrata nel numero delle imprese del comparto agricolo torniamo a ribadire la necessità del sostegno delle istituzioni – ha dichiarato Raffaello Betti, direttore della Coldiretti L’Aquila – a un settore economico di rilievo nel comprensorio aquilano, ma purtroppo fortemente ostacolato nella crescita. Come Coldiretti ci stiamo impegnando nella promozione di un progetto per una filiera agricola tutta italiana finalizzato a tagliare le intermediazioni e offrire prodotti alimentari “firmati” dagli agricoltori e venduti al giusto prezzo attraverso la rete di Consorzi Agrari delle cooperative e delle imprese agricole”.