Pescara. La Regione Abruzzo approverà in giunta entro lunedì prossimo una delibera per dichiarare lo stato di emergenza del porto canale di Pescara, dove ormai il livello di insabbiamento dei fondali ha raggiunto una condizione di estrema gravità, tanto da imporre alla Direzione Marittima l’adozione di limitazioni alla navigabilità.
Il documento verrà inviato al Ministero delle Infrastrutture che a sua volta dovrà approvare questo riconoscimento con l’adozione di misure straordinarie per l’avvio del dragaggio dello scalo entro febbraio, partendo con i primi 2mila metri cubi e proseguendo sino a giugno raggiungendo l’escavazione di almeno 11mila metri cubi.
“Comprendiamo e condividiamo la rabbia degli operatori commerciali” è intervenuto in merito il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia “che, dopo un anno di paziente attesa, non hanno visto ancora concretizzarsi le procedure di escavazione e l’amministrazione comunale è schierata al loro fianco per una mobilitazione generale, che dovrà avvenire sempre nel rispetto delle regole. Nel frattempo è necessario adottare misure definitive per istituzionalizzare il dragaggio e lo diremo il prossimo primo febbraio nel corso di un incontro già programmato con un rappresentante del Ministero dei Lavori pubblici e delle Opere Marittime”.
Riuniti stamattina presso gli uffici della Camera di Commercio, oltre al primo cittadino, il vicesindaco Berardino Fiorilli, l’assessore all’Ambiente Isabella Del Trecco con i propri dirigenti, il Comandante della Direzione Marittima Pietro Verna, il Presidente dell’Ente Camerale Daniele Becci, i rappresentanti del Genio Civile Opere Marittime e la Regione Abruzzo rappresentata dai dirigenti Carla Mannetti e Antonio Sorgi, oltre che alcuni esponenti della marineria e degli operatori commerciali.
Prima del vertice l’assessore Del Trecco e il comandante Verna hanno anche effettuato un sopralluogo lungo lo scalo per verificare i punti ormai considerati inaccessibili dalle imbarcazioni e quelli in cui il porto risulta ancora percorribile.
“La situazione del porto canale è ormai di estrema gravità – ha confermato il sindaco Albore Mascia –: appena venerdì scorso, dopo l’ordinanza emanata obbligatoriamente dalla Capitaneria di porto per disciplinare e limitare la navigabilità all’interno del porto canale, ho inviato una nota al Ministro delle Infrastrutture e dei Lavori pubblici Altero Matteoli per sollecitare l’attenzione del Dicastero sull’eccezionalità del ‘caso’ Pescara, dove a fronte di un finanziamento già disponibile pari a 1milione 900mila euro, comunque non si riesce a far partire il dragaggio del porto canale”.
Prima le procedure sono state bloccate dai problemi inerenti lo smaltimento del materiale dragato, e, dinanzi all’assenza di una discarica adeguata, l’impresa che lo scorso giugno ha vinto l’appalto avrebbe assicurato l’utilizzo di un macchinario proveniente dal Belgio per far decantare e quindi trattare i fanghi. Stando a quanto raccontato dal sindaco, ci sarebbe stato poi un ulteriore stop per l’assenza di alcuni documenti. “Ora sembra che il problema sia l’arrivo del macchinario, bloccato in Belgio – continua Mascia, – una situazione ormai intollerabile che sta facendo salire la tensione. Nel frattempo la situazione dei fondali ha raggiunto un livello di insabbiamento tale che comunque l’attuale dragaggio già programmato sarà comunque insufficiente a ripristinare le opportune condizioni di sicurezza. L’unica speranza è oggi che comunque, eliminando il primo strato di fanghi, troveremo un nuovo sedime non inquinato che ci consentirà di utilizzare metodologie diverse e più semplici di smaltimento. Nella lettera inviata venerdì scorso – ha proseguito il sindaco Albore Mascia – abbiamo chiesto un intervento urgente del Ministero attraverso l’adozione di misure straordinarie per consentirci di affrontare la situazione odierna, anch’essa straordinaria”.
“Stiamo lavorando per garantire lo sviluppo del porto, per la tutela e la protezione dei nostri imprenditori – continua il primo cittadino – e poi tutto il nostro impegno congiunto rischia di arenarsi per la mancata escavazione dei fondali del porto, una condizione che non accettiamo e siamo pronti a mobilitarci, sempre nel rispetto delle regole e in maniera legittima. Nel frattempo già da domani lavoreremo con gli altri Organismi coinvolti per la costituzione di una struttura organizzativa che sia in grado di assicurare l’esecuzione costante e continua del dragaggio del porto che, finchè non sarà partito il nuovo Piano regolatore portuale, comunque continuerà a soffrire dei problemi di insabbiamento. Il nostro obiettivo è istituire una draga fissa su Pescara, ma anche individuare una piattaforma pubblica regionale per lo smaltimento successivo dei fanghi dragati”.