Pescara. Comincia il conto alla rovescia: il 30 aprile entrerà in vigore il pedaggio sul raccordo autostradale 12, meglio noto come Asse attrezzato Chieti-Pescara. Questo se nessuno interverrà prima, e c’è da scommettere che da qui ad aprile molti saranno a mettere bocca sul caso. I primi sono gli esponenti del Pd in seno al Consiglio comunale di Pescara, che ieri hanno richiesto una seduta straordinaria aperta dell’Assise, convocando tutti gli enti coinvolti, per richiedere la ‘declassificazione’ del tratto stradale ed evitare, così, la tassazione.
Breve riepilogo: il 31 maggio 2010 il Governo emana, relativamente alla Finanziaria, il D.L 78 con il quale tassa i raccordi autostradali italiani, compreso quello teatino-pescarese; il 1 luglio il decreto entra in vigore e scattano gli aumenti tariffari (1 euro) presso i caselli autostradali connessi all’Asse; la Provincia di Pescara fa ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, lo vince e viene così bloccato il decreto; più recentemente il Governo risponde con il D.L. 125 del 2000, convertito con la legge 163 del 2010, che riconferma la “misura impositiva” del pedaggio. Già dalla prima introduzione, il Pd si era mobilitato con una raccolta firme, ma oggi interviene più incisivamente e richiede la convocazione di un “Consiglio comunale straordinario aperto con la partecipazione di tutti i rappresentanti istituzionali delle comunità coinvolte in questa ingiusta tassa”. “E’ la tassa più è la tassa più pesante degli ultimi 20 anni per gli abruzzesi nel momento peggiore di crisi economica che la nostra regione sta attraversando. Un vero prelievo forzato nelle tasche degli abruzzesi”, afferma oggi in conferenza stampa il capogruppo Moreno Di Pietrantonio.
Fatta la legge, trovato il modo di aggirarla; non un inganno ma un provvedimento che pare essere l’unica via di fuga dal pagamento di una tassa che, stando ai calcoli del Pd, toglierebbe 50 euro al mese a quei pendolari che quotidianamente percorrono l’Asse per indispensabili motivi di lavoro, studio, o ragioni che in ogni modo fanno girare l’economia dell’area metropolitana (si pensi alla mole di esercizi commerciali poste alle estremità: centri commerciali verso Chieti e il centro di Pescara): “A questo punto c’è bisogno di una mobilitazione generale a cominciare dai sindaci di Pescara e Chieti e tutti i sindaci della provincia di Pescara, i parlamentari ed i consiglieri regionali, le associazioni di categoria ed i sindacati”, incalza Di Pietrantonio, “per chiedere alla Regione ed al Governo di attivarsi presso l’ANAS affinché l’asse attrezzato Chieti-Pescara venga declassificato da raccordo autostradale a superstrada: sembrerebbe questa l’unica soluzione per evitare il pedaggio previsto attualmente dalla legge”. In linea pratica, si andrebbe ad equiparare la condizione dell’Asse attrezzato a quella della Superstrada Teramo-Mare, che in modo equivalente collega due tratti autostradali senza, però, subire pedaggio alcuno. “Si può fare, è previsto dalla legge”, conferma il vice capogruppo Enzo Del Vecchio.
Un’iniziativa mossa per evitare anche conseguenze pratiche, naturalmente negative: “L’Asse attrezzato è stato realizzato circa 35 anni fa per alleggerire il traffico sulla Tiburtina”, ricorda Di Pietrantonio, “Oggi l’asse attrezzato è diventata strada urbana di Pescara e di collegamento con Chieti e la Val Pescara, con questo provvedimento si rischia un grave danno oltre che economico anche in termini di traffico che nuovamente tornerebbe sulla Tiburtina, portando problemi sociali e ambientali”. Ma non mancano le stoccate di critica politica: “Questa è una gabella in tempo di federalismo che riporta il medievale viatico ai giorni nostri”, fraseggia il consigliere Gianluca Fusilli, “Sospiri, Pastore, Di Stefano, Tancredi, Chiodi e Mascia 5 mesi fa ci bacchettarono come allarmisti e assicurarono che il pedaggio non sarebbe mai stato applicato. Oggi abbiamo la certificazione del fallimento della loro incapacità e della mancanza di visione strategica delle amministrazioni locali di centrodestra: se all’ora ci avessero dato una mano, ora forse avremmo già risolto il problema”.
E i mali non vengono mai da soli. Al pedaggio per i mezzi privati, si aggiungerebbe un aumento del 40% sul biglietto delle corse dei trasporti pubblici, come spiega Antonio Blasioli: “Il trasporto pubblico viene sovvenzionato in parte dalla Regione e in parte dallo Stato; la Finanziaria taglia al settore il 35% dei fondi, che verranno recuperati in parte con la razionalizzazione delle corse, cioè tagliandole, e in parte aumentando il costo attuale del biglietto da 1 euro a circa 1,40”. “Solo se con una dimostrazione plateale tutti faremo arrivare a gran voce la nostra protesta contro questa tassa ingiusta al Governo potremmo evitare il disastro. I capofila dovrebbero essere Mascia e Chiodi, ma crediamo che anche questa loro assenza di presa di posizione abbia contribuito a far scendere il loro consenso, come testimoniano i sondaggi”, conclude Di Pietrantonio.
Si mobilitano anche Fli e il Pd provinciale. Richiesta anche una seduta straordinaria del Consiglio Provinciale da parte del gruppo Pd in carica all’Ente di Palazzo dei Marmi; una “convocazione urgente dell’assemblea nella quale far intervenire i sindaci dei comuni della provincia, le associazioni dei consumatori e l’assessore ai trasporti della Regione Abruzzo, Giandomenico Morra, al quale presenteremo la proposta del Partito Democratico per evitare la pesante gabella”, si legge nel documento inviato al al Presidente del Consiglio provinciale, Giorgio De Luca. Mentre al Comune si fa sentire anche la voce di Adele Caroli, Presidente (dissidente) della commissione Grandi Infrastrutture e mobilità, in forza a Fli, secondo la quale “ora la questione diventa essenzialmente politica”. “Sono gli esponenti politici, ai vari livelli”, dice la Caroli in una nota, “che dovranno scongiurare l’ennesimo salasso per i cittadini, già ‘torturati’ da una profonda crisi economica e dai vari rincari, primo tra tutti la benzina, che scattano con l’entrata del nuovo anno. Non si tratta però esclusivamente di un danno economico: anche il traffico urbano ed extraurbano potrebbe risentirne se, come è probabile, molti automobilisti preferiranno strade alternative all’asse attrezzato. La politica dunque, dal sindaco ai vari parlamentari abruzzesi, deve attivare un confronto con l’Anas, da una parte, e con i vertici politici nazionali, dall’altro per cercare la soluzione migliore al problema senza scorciatoie né compromessi. La richiesta di un consiglio comunale straordinario si muove in questa direzione: sarà necessario coinvolgere le parti interessate e pretendere che l’asse attrezzato Chieti – Pescara venga declassificato da raccordo autostradale a superstrada come possibile via d’uscita”.
Daniele Galli