Roma. Avanza senza sosta il Progetto Terna per la realizzazione del “elettrodotto interrato” che dal Montenegro trasporterà energia elettrica sino all’Italia. Se al di là del mare tutto è già pronto a partire, anche nel nostro amato territorio pare che le cose si starebbero avviando verso una definizione concreta. Firmato oggi a Roma l’atto conclusivo del progetto che dovrebbe dare il là alla partenza lavori. La Conferenza dei servizi conclusiva tra Regione Abruzzo e Governo svoltasi stamane sembra essere stata più che proficua per i sostenitori della Terna, firmata infatti l’ultima autorizzazione necessaria per l’avvio dei lavori che, ovviamente, inizieranno ora in Montenegro. Una Conferenza dei Servizi che a detta dei sostenitori ha chiarito anche gli ultimi dubbi sollevati sul ‘caso’ appena ieri dal Pd, alquanto scettico sull’utilità del progetto e soprattutto sul fattore danni al territorio. La conferenza avrebbe infatti ribadito che compito della Terna non sarà né quello di produrre, né quello di vendere l’energia del Montenegro, ma si limiterà a ‘trasportarla’ in Italia.
L’intesa, come previsto dalla legge, è stata firmata dalla Regione Abruzzo, dalla Terna e dal Governo, rappresentato dai Ministeri dell’Ambiente, Attività Produttive, Infrastrutture e Sviluppo Economico. Presenti anche i rappresentanti del Comune di Pescara, della Provincia di Pescara, i Comuni di Cepagatti e Spoltore e il comandante della Direzione Marittima Verna .
“Nell’occasione il Comune di Pescara, proprio per dare una risposta immediata ai consiglieri d’opposizione, – ha spiegato il capogruppo Sospiri – ha inoltrato a verbale una richiesta specifica rivolta a Terna, alla quale abbiamo chiesto se ha un qualunque ruolo, anche come società partecipata, all’interno del gruppo che produrrà l’energia in Montenegro, o se avrà il compito di vendere quella stessa energia, o se piuttosto la società Terna, come già sappiamo, si limiterà a trasportare quell’energia sino in Italia”. Per fugare ogni dubbio, alla Terna toccherà rispondere a stretto giro. “Il progetto di Terna – ha aggiunto poi Sospiri- sottostà alla legge 347 che non fissa tabellini o prezzi quali ristoro per i territori che ospitano il cavidotto, contrariamente da quanto voglia far credere l’opposizione”. Rassicurazioni sono poi piovute sul discusso cavidotto che, da quanto evidenziato, non dovrebbe attraversare alcun centro urbano, ma piuttosto arriverà a Pescara dal mare e verrà interrato a una profondità di due metri, correndo parallelamente alla circonvallazione. In sostanza si partirà da via Nazionale Adriatica sud, via Tirino-via Tiburtina per proseguire verso San Giovanni Teatino.
Sospiri ci ha tenuto poi a mettere l’accento sui conti che non tornano al Pd. “Rifatti due conti abbiamo scoperto grandi errori nei conteggi effettuati ieri: sulla base dei tariffari previsti nella legge 239 del 2004, come ha detto il Pd, in teoria Terna avrebbe dovuto versare, a titolo compensativo, circa 0,20 centesimi di euro per ogni watt prodotto nelle ventiquattro ore della giornata, 365 giorni l’anno per i primi sette anni: secondo il Pd tale calcolo produceva un benefit addirittura pari a 19milioni di euro. Così non è: 0,20 centesimi di euro per mille Watt per ventiquattro ore, moltiplicati per 365 giorni l’anno per 7 anni avrebbe prodotto un benefit di soli 12milioni 264mila euro. Qui tutto il vantaggio a nostro favore, – ha aggiunto Sospiri – poichè la Terna dovrebbe versare invece ai territori interessati dal cavidotto ben 22milioni e mezzo così ripartiti: 5milioni di euro da investire in opere pubbliche su Pescara, 7milioni e 300mila euro su Cepagatti, dunque 12milioni 300mila euro più Iva, ossia 14milioni 760mila euro. Inoltre abbiamo ottenuto un ulteriore risarcimento ambientale con l’interramento di cavi elettrici aerei con una spesa di 2milioni di euro su Cepagatti, 4milioni e mezzo di euro a San Giovanni Teatino e 2milioni di euro a Pescara, ossia circa 22milioni e mezzo di euro”. La maggioranza, in ogni caso, alza un piccolo muro di difesa circa il progetto, diciamo che a conti fatti si mette al riparo da eventuali attacchi futuri. Sospiri sottolinea infatti che l’amministrazione comunale, seppur avesse voluto, non sarebbe mai riuscita a fermare la macchina “elettrodotto”, “comunque l’opera strategica sarebbe stata realizzata senza consentire alle amministrazioni locali di avere voce in capitolo, sarebbe stato il governo a supplire alle mancanze”.