Pescara. “Il mare di una parte della riviera cittadina risulta ancora non conforme alla balneabilità e se questa condizione sarà rimossa lo si dovrà solo ed esclusivamente alle buone pratiche attuate in questi mesi e che verranno certificate dall’Arta e non per espedienti amministrativi come qualcuno vuol far credere”.
A dirlo, il vicesindaco, Enzo Del Vecchio.
“E’oramai noto a tutti che la condizione di balneabilità del mare dipende dalla qualità delle acque proveniente dal fiume e dai vari canali che si immettono nello stesso fiume o direttamente al mare Adriatico e che questi apporti, anche questo è noto, sono affetti da un pesante inquinamento batteriologico”.
“Finalmente e dopo decenni di abbandoni e incurie e soprattutto dopo il totale silenzio di quanti hanno responsabilità diretta sulla salvaguardia di un bene fondamentale come l’acqua, si è alzato il livello di attenzione e di azione per affrontare il degrado in cui questo elemento era stato condannato”.
“In questo senso all’Amministrazione comunale di Pescara va dato il merito di aver per prima sollevato con forza la questione e che per prima ha ritenuto di dover affrontare il tema dell’inquinamento (fiume – mare) dispiegando le proprie strutture e alimentato il dibattito che oggi registra l’attivazione di tavoli e gruppi di lavoro oltre che il dispiegarsi di risorse finanziarie”.
“Nel merito del diretto coinvolgimento della Città di Pescara nel settore del turismo balneare e della sua condizione di non balneabilità per un tratto della sua riviera e al fine di sovvertire le sonnolenze degli anni passati, abbiamo posto in essere un’azione mirata e capace di individuare le possibili fonti di inquinamento del fiume capaci di condizionare negativamente la qualità delle acque di balneazione”.
“E allora, se rispetto al recente passato, abbiamo accertato che alcuni siti risultavano compromettenti per la qualità delle acque causa della loro carica inquinante e con l’azione congiunta con altri Enti ed Organismi li abbiamo rimossi, non si può certo parlare di espedienti amministrativi”.
“In tal senso sono state scoperte e rimosse le seguenti criticità: la condotta acque bianche che si immette nel fiume Pescara all’altezza del Ponte Nuovo risultava portatrice di una carica di escherichia coli pari a 7.700.000 unità; la condotta acque bianche che si immette nel fiume Pescara all’altezza di Via Le Mainarde risultava portatrice di una carica di escherichia coli pari a 10.000.000 unità; la condotta acque bianche che si immette nel fiume Pescara all’altezza del Ponte della Libertà risultava portatrice di una carica di escherichia coli pari a 60.000 unità; la condotta acque bianche che si immette nel Fosso Vallelunga risultava portatrice di una carica di escherichia coli che in talune circostanze risulta essere pari a 18.000.000 unità; la Capitaneria di Porto ed il Corpo Forestale dello Stato, su disposizione della Procura della Repubblica, hanno sequestrato e diffidato alla riattivazione conforme alla legge i depuratori di Manoppello, Lettomanoppello, Cepagatti e Rosciano”.
“A questa imponente mole di lavoro si aggiunge la messa in funzione del progetto DK15”.
Infine, per quanto attiene alla nuova individuazione dei punti di campionamento e cioè la sostituzione del punto di via Mazzini con quelli di via Muzii e via Galilei, questi ultimi non eludono la classificazione attribuita nella stagione balneare 2015 a Via Mazzini e cioè di “acque scarse”, per le quali si attuano le disposizioni legislative precedentemente dette.
Piaccia o non piaccia e nonostante le paventate e intimidatorie denunce lanciate da qualcuno da cui fino ad oggi non abbiamo ricevuto possibili soluzioni, la guerra contro l’inquinamento è avviata e con il coinvolgimento di tutti diventerà anche una rivoluzione culturale che dovrà determinare un nuovo scenario ambientale ed economico del fiume e del mare, a cui operatori intelligenti guardano con interesse per promuovere il nostro territorio”.