“E’ noto a tutti che da tempo l’intervento pubblico per il sostegno alle attività culturali si è ridotto al lumicino a partire dallo Stato, per proseguire con Regioni, Province e Comuni”, dichiara Di Lodovico, che evidenzia come, invece, “A Pescara, la situazione è paradossale: si assiste contemporaneamente ad un taglio feroce, anche per attività culturali storiche, ed a sciali incomprensibili di denaro pubblico” L’esponente Sel giudica la decisione un “perseverare diabolico”, e sperava di non veder ripetere il festival Dannunziano, visto “l’esito disastroso della prima (e speravamo ultima) edizione, definito internazionale perché la sua eco è giunta persino a Montesilvano). Avrebbe dovuto indurre i nostri amministratori ad una seria riflessione sul rapporto costi /benefici in merito ai tanti soldi spesi, ma tant’è. Non resta che prendere atto che perseverare è diabolico”. Come dire, i soldi per il festivale per Guerri ci sono, e per tutte le altre iniziative culturali no. Di Lodovico stila un elenco dei tagli alla cultura fatti dall’Amministrazione Mascia: “Revocata la delibera e la graduatoria che assegnavano in affitto immobili di proprietà comunale alle associazioni culturali, mettendoli in vendita; la Società del Teatro e della Musica ‘L. Barbara’ ha potuto organizzare la stagione teatrale e dei concerti solo grazie al cospicuo intervento della Fondazione PescarAbruzzo; ‘T come Teatro’, una iniziativa storica rivolta ai bambini, che si è svolta in città ininterrottamente dal1992 è stata cancellata; la Giunta non è ancora riuscita a reperire le poche risorse necessarie per riaprire il Teatro Michetti, di proprietà della Città; i contributi a sostegno delle attività del vivace tessuto associativo culturale cittadino sono stati praticamente azzerati; la ludoteca di via Lago di Capestrano è stata lasciata in balia dei vandali”.
Di taglio maggiormente politico-infrastrutturale è, invece, il commento di Stefano Casciano: “il sindaco Mascia ha subito parlato di una Pescara sempre più europea. Peccato, però, che grazie all’immobilismo di tutto il centrodestra la nostra città, in realtà, non è mai stata così lontana dal resto del continente. Dopo i problemi che hanno, e continuano, ad affossare il porto, adesso arriva la notizia che è il nostro aeroporto ad essere a rischio chiusura”.
Richiama, Casciano, il sindaco Mascia ad una gestione più concreta della città e meno puntata sull’immagine: “Si spendono soldi pubblici e impegno per grandi consulenze e per eventi sportivi di rilievo, ma alla qualità della vita dei cittadini e allo sviluppo economico del capoluogo adriatico chi ci pensa? Se Pescara dovesse davvero diventare Città dello Sport 2012, come arriveranno qui gli atleti e i turisti? Dovranno atterrare ad Ancona?”, chiosa.
Daniele Galli