Pescara, Allegrino: “la cultura è a rischio estinzione”

Allegrino_AntonellaPescara. “Una libreria che chiude non è solo un triste segno dei tempi di crisi che corrono, ma anche dell’incapacità di chi guida la città e il territorio di trovare nella cultura una risorsa su cui puntare per il futuro”. Il Consigliere provinciale Antonella Allegrino si pone in difesa della sopravvivenza dei simboli della cultura locale, a “rischio estinzione”.

“La città” dichiara “deve spendersi perché la libreria non chiuda, ma non perché a sopravvivere sia la Libreria Edison, bensì perché attraverso la sopravvivenza di quella libreria sopravviva un’opportunità che non è fatta solo di libri, ma di persone che li vendono e di famiglie che li comprano, di case editrici che li producono, di artigiani che li mettono insieme e di scrittori che li creano e di eventi che li promuovono: un’economia vera e concreta, su cui, però, nessuno punta forse perché considerata effimera, superflua. Tant’è che da politici abbiamo denunciato più volte i tagli indiscriminati nei bilanci pubblici a carico di cultura e sociale, l’altra cenerentola. Tagli che producono perdite ingenti nella programmazione culturale e sociale della nostra comunità, togliendo a noi occasioni di crescita di cui si sente sempre più bisogno e respiro a un settore che ha una sua precisa economia, fatta di possibili perdite, ma anche di auspicabili ricavi”.

Secondo l’Allegrino, questo è “un altro esempio concreto del disinteresse alla cultura da parte di chi oggi governa la cosa pubblica. Non sono tanto le spese e i nomi altisonanti per manifestazioni e iniziative di incerta utilità, quanto l’inerzia di fronte ad altre possibili estinzioni. Inerte è la Provincia di Pescara sul futuro della biblioteca provinciale D’Annunzio, che boccheggia ridotta ai minimi termini dopo i tagli di cui sopra, la perdita di tre bibliotecarie precarie, non stabilizzate e infine, la dichiarazione di inagibilità dopo il sopralluogo della Sisma in agosto, ditta incaricata delle verifiche sulla sicurezza. Una soluzione abbastanza abbordabile potrebbe essere l’utilizzo di parte del Mediamuseum, proposta di recente all’Amministrazione, stando a fonti comunali e di proprietà del Comune che riceverebbe in cambio l’ex Napolplast: lì i 500 mq attuali ospitati dal Palazzo del Governo, sarebbero raddoppiati per sale di lettura, magazzini e uffici, ma la trattativa non procede e la biblioteca sta riducendo al lumicino le sue attività pur di continuare ad esistere e ad essere un punto di riferimento per oltre 57mila utenti ogni anno”.

“La cultura” conclude Allegrino “è un patrimonio pubblico sottovalutato di cui personalmente continuerò ad occuparmi perché senza la comunità non cresce. Non produrre cultura, né tutelare i luoghi dove la si coltiva pubblici o privati che siano non è un buon esempio di amministrazione della cosa pubblica, né di premura nel creare occasioni di rinascita in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando”.

 

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