Pescara. Si avvicina sempre di più la riconsegna dell’ex Cofa alla legittima proprietaria, ovvero la Regione Abruzzo: l’Ufficio Patrimonio del Comune di Pescara redigerà una bozza del verbale di riconsegna dell’immobile e la stessa bozza verrà sottoposta all’esame e all’approvazione dell’assessore regionale Federica Carpineta e dell’ufficio tecnico regionale in occasione del sopralluogo già fissato per il prossimo 12 ottobre all’interno della struttura.
Lo fa sapere l’assessore al Patrimonio del Comune, Eugenio Seccia, il quale spiega: “L’obiettivo di Comune e Regione è quello di proseguire anche su tale vicenda la collaborazione in atto da un anno per giungere rapidamente alla definizione delle misure di bonifica da adottare per l’area dell’ex mercato ortofrutticolo”. Questa mattina e stato affrontato il caso insieme ai tecnici comunali, mentre dopo un colloquio telefonico, Seccia e la Carpineta hanno rimandato alla prossima setimana un confronto allargato Comune-Regione.
“Abbiamo approfittato dell’occasione per ricostruire i vari passaggi relativi all’ex Cofa e ai rapporti intercorsi dal 2005 a oggi tra Comune e Regione Abruzzo, sino ad arrivare al sopralluogo effettuato dalla Commissione consiliare Ambiente due settimane fa, sopralluogo che ha fatto emergere un quadro sicuramente preoccupante circa le condizioni in cui oggi versa l’ex Cofa, rimasto per troppi anni abbandonato, senza una destinazione certa.”, continua Seccia, che poi assegna le ‘spettanti’ colpe alla ex Giunta D’Alfonso, : “Dal 2005 al 2006, il precedente Governo di centro-sinistra ha ottenuto l’utilizzo dell’immobile, impegnandosi a garantirne il decoro. Poi quell’utilizzo provvisorio si è improvvisamente prolungato, nonostante la Regione abbia continuato a chiedere a più riprese al Comune la restituzione del bene. Nel 2008 è stata firmata addirittura, sempre dal precedente Governo comunale di centro-sinistra, un’ordinanza di demolizione dei capannoni ritenuti pericolanti, ordinanza che, altrettanto improvvisamente, è stata revocata nel marzo 2009, come se quel pericolo tanto imminente fosse ormai finito. E nell’occasione l’amministrazione di centro-sinistra si era anche impegnata a bonificare, entro 60 giorni, l’area e a restituirla alla Regione che, a sua volta, entro i successivi 60 giorni, si impegnava a rimuovere l’amianto. Il 4 maggio 2009, formalmente, è scaduto l’impegno del Comune a pulire l’area e le chiavi del complesso sono in effetti state restituite alla Regione, senza però un formale verbale di riconsegna, un atto ufficiale fondamentale tra due enti pubblici”.
Si arriva, quindi, tra una dimenticanza e un prolungamento inaspettato, ai giorni nostri, e dopo anni di travaglio sono cominciate le pulizie: “L’amministrazione comunale, nei giorni scorsi, ha provveduto alla messa in sicurezza, o meglio alla definitiva chiusura dei cancelli trovati per l’ennesima volta aperti, sistemandovi due catene d’acciaio con relativi lucchetti”, conferma l’assessore, non celando perplessità sui predecessori: “Al di là degli interrogativi su procedure passate che hanno sollevato molte perplessità, oggi vogliamo collaborare con la Regione Abruzzo per individuare la soluzione più opportuna alla problematica e individuare le azioni che ciascun Ente per propria competenza dovrà assumere per garantire la bonifica del complesso”.
Competenza: questa sconosciuta.
Daniele Galli