Provincia Pescara, la storia dei precari diventa un libro

Allegrino_AntonellaPescara.  “L’odissea dei 66 lavoratori precari della Provincia diventerà un libro, aperto anche ad altre storie di precariato nella pubblica amministrazione, da quelle dei precari della Regione, a quelle dei precari delle Province di Teramo, Chieti, dei Comuni”. Lo rende noto Antonella Allegrino, consigliere IdV alla Provincia di Pescara, che annuncia la nascita di “Vite precarie”, un libro per dar voci a coloro che, stando a quanto commentato dalla Pellegrino, ad oggi non ha avuto potere contrattuale per ritagliarsi un futuro certo nella pubblica amministrazione. 

 

“Un libro” continua la consigliera, “perché la vicenda dei precari della Provincia di Pescara è forse uno dei segnali più brutti che un ente pubblico che dovrebbe invece rappresentare la comunità e tutelarne diritti e aspirazioni possa dare. Quelle mancate stabilizzazioni, che di fatto hanno riversato sul già provato mercato del lavoro abruzzese altre situazioni difficili da ricollocare, nonché le inefficienze che tale scelta produrrà nei servizi prima gestiti dai lavoratori precari, materializzano un cattivo esempio di amministrazione della cosa pubblica e un segnale emblematico del valore attribuito alla buona gestione dei servizi rivolti al territorio, da parte dell’esecutivo di turno, che ora si prepara a gestirli spendendo risorse pubbliche per creare nuovo precariato!!!”.

L’occasione è propizia per la Allegrino per tornare nuovamente sulle responsabilità dell’ente provinciale in merito,  che “ha fra i suoi compiti quello di promuovere il lavoro su tutto il territorio, facendo scelte oculate che consentano la riduzione della disoccupazione sull’intero mercato locale e favoriscano lo sviluppo, di concerto con le forze economiche locali. Non a caso l’ente gestisce i Centri per l’Impiego e muove risorse e progetti in tal senso. Invece la Provincia di Pescara sta creando disoccupazione, esponendo persino al paradosso proprio coloro che li gestivano, una classe nuova di disoccupati con cultura e competenze medio-alte. L’idea del libro muove proprio dalla necessità di dare voce a chi non l’ha avuta nel corso di questa che si prospetta una vertenza lunga e rabbiosa, inquadrare bene la situazione del lavoro in Abruzzo con dati e contributi di qualità e consegnare alla memoria collettiva ciò che gli enti pubblici hanno ignorato, vite e speranze di centinaia di persone”.

 

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