Chieti, rione Santa Filomena: un quartiere da rivalutare

chietiChieti. Il problema urbanistico del rione Santa Filomena, storico e popoloso quartiere di Chieti, che negli ultimi decenni da zona periferica è divenuto parte integrante della città di Chieti, è stato ultimamente sollevato dai suoi cittadini per bocca del parroco don Angelo Masciarelli.

La crescita del quartiere è avvenuta senza un piano urbanistico appropriato di integrazione, ma in maniera spontanea con fulcro intorno alla strada nazionale Tiburtina; per tale crescita, non pianificata, sono venuti a mancare elementi di integrazione e partecipazione sociale quali una Piazza centrale, parcheggi, parchi ed aree verdi, servizi pubblici. Negli ultimi anni, poi, vi si sono insediate attività commerciali importanti come Megalò e l’impianto di smaltimento rifiuti di contrada Casoni, con conseguenti molteplici problematiche al traffico.

“Nel programma di questa amministrazione” scrive Alessandro Giardinelli, capogruppo Udc “una delle priorità è pensare ed operare alla riqualificazione urbana e sociale di aree dimenticate, in integrazione con i piani ed i programmi dell’amministrazione, con i progetti strategici di mandato del sindaco e con gli orientamenti per la destinazione delle risorse”.

A questo proposito l’Udc ha chiesto una riunione straordinaria della Commissione Urbanistica per la trattazione delle problematiche relative al quartiere Santa Filomena, per dare inizio ad un discorso urbanistico, “da troppo tempo è rimasto nel dimenticatoio. Sarebbe opportuna la partecipazione della comunità locale, che consentirebbe di definire gli obiettivi da perseguire. Tale metodo porterebbe al miglioramento della qualità delle abitazioni e dell’insediamento, consentendo un risparmio delle risorse naturali e contenendo il consumo energetico. La formazione dei programmi di riqualificazione urbana costituirebbe per il Comune l’occasione per raccogliere una serie di indicazioni, approfondire i processi di trasformazione urbana, individuare gli assi prioritari d’intervento, ricondurre alcune zone della città ad un più complessivo ridisegno urbano e per una migliore  ridistribuzione dei pesi insediativi e funzionali”.

Secondo Giardinelli, tutto questo potrebbe essere realizzato in vari modi, valutando anche la possibilità di usufruire dei Programmi partecipati di riqualificazione urbana (Pru) o dei contratti di quartiere, che prevedono il coinvolgimento diretto degli abitanti del quartiere nell’elaborazione dei progetti ed hanno come obiettivo primario la promozione del territorio.

 

 

 

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