Guardiagrele. Il gruppo consiliare “Guardiagrele il bene in comune”, ha esprime sconcerto e incredulità di fronte all’atteggiamento del sindaco Salvi, della sua giunta, della maggioranza, del centrodestra guardiese e non solo. “Dopo le ambiguità, il silenzio, la presunzione di poter fare da soli – ha spiegato il capogruppo dell’opposizione, Gianna Di Crescenzo – dopo il tentativo di non perdere il consenso elettorale accusando Chiodi sui giornali e partecipando alle manifestazioni per la salvaguardia dell’Ospedale di Casoli e, contemporaneamente, non mettendosi contro i vertici dei propri partiti e uomini di riferimento, Salvi decide di riservare ai cittadini guardiesi, oltre che il danno di un ospedale chiuso, la beffa di essere ingannati e presi in giro”.
L’opposizione di centrosinistra accusa il centrodestra di voler proporre al consiglio comunale, in programma nel pomeriggio e richiesto dalla minoranza, un ordine del giorno dove si accetta il barattato di un Ospedale con un PTA (punto territoriale di assistenza), senza esprimere nessuna riserva sulla riorganizzazione del sistema ospedaliero elaborata e portata avanti, senza nessun confronto con il territorio e con gli enti locali, dal Presidente delle Regione Abruzzo e dal subcomissario Baraldi.
“La beffa – ha aggiunto la Di Crescenzo – consiste nel fatto che con deliberazione di giunta n. 161 del 7 settembre, il sindaco Salvi e i suoi assessori decidono di impugnare le delibere n. 44 e 45 del Comissario ad acta in un ricorso al TAR avverso il programma operativo 2010 e i relativi provvedimenti. Ma il giorno dopo, sempre Salvi si reca a l’Aquila, al cospetto di Chiodi e del ministro Fazio e, nei pochi minuti a lui concessi, dichiara che ora è importante attivare l’RSA per Guardiagrele e si dice favorevole al piano di rientro e ne condivide le linee guida pianificate”.
Schizofrenia, mancanza di senso delle istituzioni, vuoto di coerenza, sottovalutazione dell’intelligenza dei guardiesi e della loro capacità di discernimento dei fatti? Gli interrogativi dell’opposizione che sentenzia come “a Guardiagrele, oltre ad essere morta la sanità, è morta anche la politica. Si (s)vende una struttura che assicura assistenza sanitaria ad un comprensorio di 14 comuni e 35.000 abitanti per qualche ambulatorio Si agisce non in nome del bene collettivo ma a favore di logiche politiche”.
Gianna Di Crescenzo chiama all’appello “i cittadini guardiesi, i rappresentanti delle forze politiche di centrosinistra, gli amministratori locali e tutti coloro che hanno a cuore la salute pubblica di tutta la regione Abruzzo, a partecipare al Consiglio Comunale che si terrà domani, alle ore 18:30, presso il palazzo municipale di Guardiagrele, per esigere che una questione così importante, come quella del diritto alla salute, venga affrontata e partecipata con trasparenza, rispetto delle regole e democrazia”.