Rapino. L’ex Sindaco di Rapino Cocciaglia, esprime tutta la sua amarezza dopo la sentenza di Appello della Corte dei Conti , che lo ha condannato, insieme ai componenti della sua giunta, al pagamento a favore del Comune di 25.000 euro, per aver arrecato all’Ente “una perdita di chances”.
“La vicenda – si legge in una ota di Rocco Cocciaglia – risale al periodo 2008/2010, quando ebbe inizio una controversia giudiziaria tra il Comune e la società Mammarosa funivie sul rinnovo del contratto di affitto dei terreni in località Majelletta, sui quali sorgono le piste da sci. Una causa che vide soccombere la società Mammarosa nei primi due gradi di giudizio, ma restava pendente un ricorso fatta dalla stessa società alla Corte di Cassazione, con udienza fissata per l’anno 2014. La mia giunta insediatasi nel giugno 2009, si trovò di fronte due gravi emergenze da affrontare: Il bilancio del Comune con una situazione di disanvanzo tra entrate e uscite al limite del dissesto finanziario; La questione sciovie Mammarosa, con il rischio di chiusura degli impianti; Ad entrambe, con prudenza e senso di responsabilità, demmo priorità assoluta, ritenendo che le due questioni fossero di primaria importanza e fortemente connesse tra loro, il Comune con l’incasso delle somme derivanti dell’accordo avrebbe risolto, come risolse, i problemi di bilancio (ad oggi il comune di Rapino ha incassato oltre 570.000 euro) ed ha potuto continuare ad erogare servizi ai cittadini , pagare gli stipendi ai dipendenti e contenere la tassazione. Portammo avanti una trattativa estenuante con la controparte, durata 8 lunghi mesi, proprio con l’intento di addivenire ad una transazione che tutelasse sino in fondo gli interessi del Comune, ed allo stesso tempo, eliminasse il rischio della causa pendente in Cassazione e scongiurasse la chiusura degli impianti. Con l’accordo transattivo, stipulammo un nuovo contratto con il quale riuscimmo ad accollare il totale delle spese legali maturate, alla Mammarosa funivie, ad incassare somme arretrate per oltre 200.000 euro, il canone di affitto dei terreni passò da 14.000 euro l’anno a circa 52.000 (9 centesimi al mq), come richiesto dall’allora amministrazione comunale (giunta Micucci) all’epoca dei fatti (2007) e sul cui disaccordo si instaurò la causa, lo stesso canone pagato al comune di Pretoro e di Roccamorice, territori confinanti”.
“Tutto ciò premesso – prosegue la nota – pensavamo di aver ben operato (come scritto anche nella sentenza), di aver adottato la prudenza del buon padre di famiglia e perseguito solo ed esclusivamente gli interessi della comunità, invece una “sentenza orrenda”, ci contesta una “perdita di chances” in sintesi dice che, se avessimo tenuto conto di altre proposte avremmo potuto… “avere occasioni favorevoli che avrebbero potuto produrre per la comunità un maggior livello di utilità o se si preferisce di benessere” , questo scrivono testualmente i giudici nella sentenza. Senza però farci capire, come concretamente e non in astratto, avremmo potuto cogliere migliori occasioni favorevoli, visto che l’alternativa all’accordo sarebbe stata la chiusura della stazione sciistica dal 2010 al 2014 – data della udienza di Cassazione – 5 lunghissimi anni che avrebbero decretato la morte definitiva della nostra amata montagna, in cambio di cosa? di nessuna certezza per il futuro e/o di una mera possibilità? Quello che non mi fa dormire la notte, è il fatto di non riuscire a capire perché siamo stati condannati? quali norme di legge avremmo violato? PERCHE’ 25.000 EURO? e non 50.000 o 100.000? come è stato calcolato il danno? nella sentenza non c’è scritto! Siamo stati amministratori scelti dal popolo direttamente dalla società civile – nessuno di noi aveva mai fatto politica, ognuno di noi aveva ed ha un proprio autonomo lavoro, ognuno di noi pensava di fare cosa lodevole e di impegno civico – ci siamo ritrovati invece, perseguitati giudizialmente con continui esposti, proprio da chi aveva governato nei 15 anni precedenti, veri professionisti che sanno come muoversi in politica e dalla quale hanno tratto e tuttora traggono sostentamento, oggi sono tornati al governo anche grazie a questo tipo di sentenze che allontana e allontanerà sempre di più, a mio giudizio, il popolo e le persone normali dall’establishment politico/istituzionale. L’amara riflessione che sorge spontanea dopo i due procedimenti che la nostra giunta ha dovuto subire dalla Corte dei Conti, è dover constatare che, quello che potrebbe apparire un luogo comune, e cioè di una “Magistratura forte con i deboli e debole con i forti” luogo comune tanto non è, perché spesso si fonda sull’analisi di fatti e ingiustizie subite proprio dai deboli. Io mi reputo un cittadino comune e onesto lavoratore , che ha osato pensare che bisognava impegnarsi in prima persona per cercare di cambiare le cose, prestando un periodo della sua vita al servizio all’amministrazione della casa comune, evidentemente ho osato troppo, non bisognava disturbare il manovratore! In conclusione vorrei lanciare un appello a tutti i miei amici Sindaci e dire loro: state attenti! sappiate che, l’elezione diretta del Sindaco dal popolo sovrano, in realtà non vi conferisce alcun potere decisionale, al punto che una giunta nel pieno delle sue funzioni, non può stabilire se continuare o chiudere una controversia giudiziaria, e decidere cosa è meglio per l’Ente chiamato ad amministrare. Qualche solerte giudice potrà sempre sentenziare, ex post, diversamente sarebbe stato meglio per cui vi è stato una perdita di chances”.
“Qualcuno mi ha chiesto: se potessi tornare indietro lo rifaresti? Si, senza alcuna esitazione, oggi più che mai sono convinto moralmente, del fatto che la nostra decisione fosse rispettosa delle leggi e degli interessi pubblici di ogni genere – conclude la nota – sono ancora più convito della lungimiranza della nostra decisione, soprattutto alla luce degli sviluppi successivi a quell’accordo, una stazione sciistica Majelletta WE rilanciata, nuovi soci stanno investendo ingenti risorse finanziarie e imprenditoriali, in 3 anni sono stati realizzati nuovi impianti e nuove piste oltre alle tantissime iniziative tese ad aumentare l’attrattività della stazione, che è praticamente risorta a nuova vita. Questo credo sia un fatto oggettivo sotto gli occhi di tutti! Non una mera ed astratta probabilità”.