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Chieti, botta e risposta in Provincia sulla nuova campagna di comunicazione

Chieti. “La maggioranza di centrodestra alla Provincia di Chieti ha il dovere di comunicare ai cittadini quello che vuole, ma non può arrogarsi il diritto di tacciare di silenzio la minoranza di centrosinistra”.

È quanto urlato a gran voce da Camillo D’Amico (Pd), Eliana Menna (IdV), Giovanni Mariotti (Sel) e Nicola Tinari (Prc), che chiedono chiarezza in merito alla natura dei debiti che, con la nuova campagna di comunicazione, il centrodestra provinciale avrebbe sottolineato.

“Per questa ragione” spiegano meglio “abbiamo chiesto da tempo l’istituzione di una commissione di studio atta ad approfondire natura e tempi di maturazione dei debiti unitamente a responsabilità politiche e dirigenziali. Il loro silenzio tende probabilmente a coprire responsabilità che potrebbero generare difficoltà in relazione al fatto che i debiti sono chiaramente riferibili ad anni in cui ha governato il centrodestra”.

Con l’occasione, inoltre, della nuova campagna di comunicazione, D’Amico, Mariotti e Tinari chiedono anche delucidazioni in merito al perché gli oppositori politici non avrebbero garantito la continuità amministrativa e non avrebbero dato avvio a lavori pubblici finanziati per oltre 16 milioni di euro, frutto del governo di centrosinistra. “Perché” continuano “non hanno saputo mantenere l’autorevolezza interlocutoria con la regione quando, i loro compagni di cordata politica hanno rimodulato i fondi F.A.S. snobbandoli completamente; hanno avuto ben il 43% in meno di trasferimenti da stato e regione rispetto al 2008; Chieti è la provincia più penalizzata nel piano di riordino sanitario prodotta dalla regione rispetto, ad esempio, a quella di Teramo patria di Venturoni e Chiodi. Infine, si chiedessero perché la Provincia non viene più percepita tra la gente e le istituzioni come un ente intermedio atto alla pianificazione e programmazione di sintesi nel territorio, ma risulta fisicamente assente e dedita solo ad una estenuante comunicazione quotidiana dei propri rappresentanti con la consolidata abitudine a delegare tutto il delegabile in una preoccupante ed esponenziale crescita ad abidcare dal proprio ruolo”.

La risposta dei gruppi di maggioranza non è tardata ad arrivare, dimostrandosi contrati alla proposta di una commissione di inchiesta. “Se il centrosinistra vuole davvero chiarezza sui conti della Provincia” hanno, infatti, replicato, “non reclami una commissione di inchiesta di tipo politico, costituita da esponenti politici, ma si unisca a noi nel presentare un esposto alla magistratura contabile che in maniera del tutto imparziale verificherà le responsabilità e sanzionerà chi ha concorso al disastro finanziario dell’ente, che è sotto gli occhi di tutti, insieme alla disorganizzazione degli uffici, agli sprechi, alle inefficienze. I cittadini, per fortuna, non hanno l’anello al naso e sanno comprendere la vera situazione in cui versa la Provincia, come hanno saputo distinguere, in campagna elettorale, le bugie e la propaganda del centrosinistra, punendo la coalizione guidata da Tommaso Coletti con un risultato che non ha precedenti nella storia recente delle elezioni in provincia di Chieti: se davvero la precedente amministrazione fosse stata così virtuosa e così prodiga verso il territorio, perché ha racimolato appena il 34% dei consensi, permettendo al presidente Di Giuseppantonio di essere eletto al primo turno con oltre 20 punti percentuali di scarto? La realtà è che il centrosinistra e Tommaso Coletti non hanno ancora assorbito il tracollo elettorale di un anno fa e cerca di continuare a raccontare ai cittadini una Provincia che non esiste, se non nei suoi sogni”.

Il commento di Camillo Di Giuseppe, segretario provinciale del Pd. “Mettiamoci d’accordo sul significato di buona o cattiva amministrazione. Amministrazione scellerata è dare i soldi alle cricche, fare propaganda con manifesti inutili su Bell’Estate costati, solo di ideazione, circa ottomila euro, pagare affitti a vuoto per prendere locali di amici degli amici. Non è amministrazione scellerata risolvere i problemi dei cittadini. E risolvere i problemi dei cittadini vuol dire anche anticipare fondi in bilancio già garantiti dallo Stato con comunicazioni ufficiali dallo stato o dagli altri enti. Ripetono da mesi sempre le stesse cose. Una volta sussurrate, una volta urlate, una volta scritte e poi tutti in coro: sempre le stesse! Non entro nel merito. L’abbiamo fatto anche troppo”. “Il fatto vero che li spinge è che l’aria è già cambiata” aggiunge Cristiana Canosa, componente dell’esecutivo provinciale “lo hanno percepito e allora, come nella migliore tradizione di centrodestra, tentano di rifarsi il trucco per coprire i segni del precoce invecchiamento ricominciando a fare campagna elettorale. Manifesti, volantinaggi e riunioni fatti da loro che sono al governo rappresentano lo stato di difficoltà in cui si sono già cacciati. Vuol dire che siamo riusciti a sensibilizzare i cittadini sul loro immobilismo. Seguendo le orme del loro capo, il cavaliere, tentano di recuperare credibilità con un’operazione di marketing del tipo ci scusiamo per il disagio ma sa solo di rattoppo. Del resto la storia insegna che uno più è in difficoltà più gli annunci sono roboanti.  Non serve la manovra, e poi serve; non metteremo le mani nelle tasche degli italiani e le famiglie non arrivano a fine mese; non chiuderemo gli ospedali e poi sappiamo bene cosa sta succedendo. E potremmo continuare con Napoleone che doveva vincere in Russia, Hitler chiuso nel bunker a predicare vittorie imminenti, Stalin e la capacità di resistere a tutti i costi.Tutti afflitti da un insano distacco dalla realtà. Anche come metodi ci siamo: Etelwardo Sigismondi il terribile ci intima, addirittura, di tacere per sempre e invece ci dovrebbe elencare cosa hanno fatto sino ad ora. Ma noi non staremo ne zitti e ne fermi, stia tranquillo, ma continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto per il bene dei cittadini! Lo facciano anche loro magari cominciando ad essere più presenti in Provincia e ad occuparsi dei territori. Purtroppo, però, non sono in grado, per questo litigano spesso, fanno mancare il numero legale in consiglio Provinciale e bloccano ulteriormente l’attività dell’ente”.