Vasto. “La Giunta regionale, sin dall’insediamento, è intervenuta con decisione sul risanamento del Consorzio di Bonifica Sud. Le uniche vittime di questa drammatica situazione sono gli agricoltori abruzzesi. Pensando unicamente al loro interesse, il Governo regionale ha avviato i provvedimenti necessari”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche agricole, Dino Pepe, alla luce delle annunciate proteste delle organizzazioni professionali agricole, Cia, Copagri e Confagricoltura, contro l’aumento del canone consortile imposto dall’ente.
“Tutti sono ampiamente coscienti e consapevoli della gravità della situazione in cui versa il Consorzio di Bonifica sud. Alla gestione dissennata – ha sottolineato Pepe – si è aggiunta la totale mancanza del necessario controllo sui conti e sull’accumulo smisurato di debiti del Consorzio. La grave situazione debitoria creata dalle gestioni antecedenti al commissariamento dell’ente, ha portato il Consorzio sull’orlo del fallimento”.
“La Regione ha messo in campo ogni strumento per avviare il difficilissimo risanamento. Si è proceduto al commissariamento e al successivo licenziamento del direttore. Inoltre – prosegue Pepe – con impegno sono stati recuperati fondi importantissimi per la realizzazione della Diga di Chiauci che, come è noto, erano stati persi per inefficienza della gestione del consorzio.
A tal proposito va rimarcato come la scellerata gestione dell’ente abbia causato la perdita di un finanziamento di oltre 7 milioni di euro concessi dal Ministero dell’Agricoltura per l’ammodernamento della rete irrigua nel comprensorio del Sangro.
Abbiamo, nei limiti della drammatica situazione – osserva ancora Pepe – condiviso con i portatori d’interesse le linee guida per il risanamento, che sono state messe in atto dal Commissario Giampiero Leombroni e portate avanti dal dott. Mastrangelo, con particolare riferimento alla gestione degli impianti irrigui, al completamento della Diga di Chiauci e alle problematiche relative al pagamento delle mensilità arretrate del personale dipendente, il quale, nonostante le difficoltà e la mancata retribuzione, porta avanti con impegno il lavoro necessario”.
“Nella drammatica ipotesi di bancarotta, infatti, gli agricoltori avrebbero dovuto far fronte direttamente alle pesanti perdite di bilancio – spiega l’assessore alle Politiche agricole -. Per evitare di addebitare agli incolpevoli agricoltori le responsabilità altrui, si è reso necessario un aumento cospicuo del canone consortile, tra l’altro non aggiornato da oltre un decennio a fronte di costanti aumenti degli oneri necessari all’esercizio irriguo ed alle altre attività consortili. Le responsabilità dell’aumento vanno ricercate solo ed esclusivamente nelle scelte scellerate delle gestioni precedenti”.
L’assessore Pepe ha concluso richiamando ancora una volta tutti a “un esame di coscienza e a un atteggiamento responsabile di fronte alla grave situazione debitoria del Consorzio”, tenendo conto “della temporaneità dell’aumento del prelievo tributario, con l’obiettivo di ridurlo appena possibile, e soprattutto – conclude Pepe – nell’ottica del riallineamento tecnico del catasto consortile, finalizzato ad una più veritiera ed equa ripartizione dei canoni consortili”.
“La revoca immediata della delibera inerente l’aumento spropositato dei canoni idrici varato a dicembre scorso dal Consorzio di Bonifica Sud: è l’oggetto di un ordine del giorno urgente presentato” .
Lo rende noto il Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.
“Dopo le mie prime sollecitazioni – spiega Febbo – dove da subito e per primo ho denunciato gli aumenti inopportuni deliberati dal Consorzio di Bonifica Sud senza che vi sia stata alcuna concertazioni con le organizzazioni professionali e visto anche le recentissime polemiche che arrivano dal mondo imprenditoriale agricolo, ho deciso di presentare una risoluzione urgente al fine di annullare la decisione presa dal precedente commissario Leombroni, rimasto in carica solo 4 mesi dove tra gli ultimi e pochissimi atti compiuti ha provveduto ad aumentare del 57% le tasse ai danni degli agricoltori che in queste ultime stagioni sono stati già duramente danneggiati causa calamità naturali. Tutti elementi emersi anche nell’incontro avuto con l’attuale Commissario Mastrangelo convocato e audito dalla Commissione Vigilanza dove è emerso l’esigenza e l’utilità di non gravare gli utenti agricoli di ulteriore tassazione”.
“Inoltre – continua Febbo – sembra che vi sia tra gli agricoltori del vastese e del sangro un malcontento e confusione generale poiché dalle notizie pervenutemi mi risulta addirittura un errore nell’emissioni delle cartelle di pagamento dove vengono richiesti canoni arretrati a molti utenti esentati. Pertanto – conclude Febbo – ho preparato e presentato un ordine del giorno da inserire al primo Consiglio regionale affinché l’attuale Commissario blocchi immediatamente la delibera n.63 del 10.12.2015 con lo scopo di arginare e fermare ulteriore danni al mondo agricolo già compromesso sia dalle calamità naturali sia dal mercato economico sempre più in crisi”.
“A seguito di diversi reclami da parte di imprenditori agricoli e coltivatori diretti, apprendiamo che l’ex Commissario del Consorzio di bonifica ‘Trigno Sinello’ ha recentemente provveduto ad aumentare di circa il 54% le tariffe consortili per i canoni irrigui, già onerosi, attribuiti ai coltivatori dei territori del Vastese e del Sangro”. Ha dichiarato il consigliere di Abruzzo Civico Mario Olivieri, che ha aggiunto: “Appare paradossale che si voglia scaricare sugli operatori di un comparto, già estremamente penalizzato, il compito di volere ripianare anni e anni di cattiva gestione sindacalizzata e politicizzata oltre ogni sopportabile limite. Appare ancor più incredibile attribuire rincari così esosi per servizi non ancora funzionali”. “È necessario che la Regione Abruzzo e l’attuale Commissario intervengano – precisa Olivieri – per l’esagerato rincaro tariffario, infatti qualora si rendesse indispensabile, va diluito in un chiaro programma che garantisca, al contempo, investimenti e miglioramenti nella bonifica”. Per il consigliere di Abruzzo Civico appare, altresì, necessario ridurre i costi di gestione: “Garantendo anche il completamento della Diga di Chiauci in maniera da assicurare la gestione irrigua in tutto l’arco dell’anno. Solo allora si potranno chiedere sacrifici che potranno essere finalizzati al risanamento dell’ente. La Regione, nel frattempo, dovrà esercitare al meglio la funzione programmatoria creando un fondo perequativo tra gli ambiti consortili che possa garantire uniformità di tariffa, modificando anche laddove fosse necessario gli ambiti”. In questo senso per Olivieri: “Non si può che condividere la protesta degli operatorie, semmai chiamare al rendiconto chi ha generato questa incresciosa situazione. Sarà mia cura sollecitare un intervento della Regione – conclude il consigliere di Abruzzo Civico – certo che l’assessore competente porrà in campo tutto il suo buon senso per rispondere alla problematica e che il Presidente della Giunta della Regione Abruzzo adotti iniziative finalizzate al superamento della criticità in discussione”.